Interni

Così Lollobrigida smentisce il Terzo polo sui ristoranti Made in Italy

Il ministro dell'Agricoltura Lollobrigida propone un disciplinare per i ristoranti Made in Italy all'estero, che voleva anche l'allora ministro Bellanova. Ma oggi il terzo polo lo rinnega

Così Lollobrigida smentisce il Terzo polo sui ristoranti Made in Italy

Il ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida ha proposto un disciplinare per i ristoranti Made in Italy all’estero, per fissare regole certe per identificare e proteggere l'autentica ristorazione italiana nel mondo: “Basta ai ristoranti che si dicono italiani e utilizzano prodotti che non lo sono, basta a cuochi che non sanno cucinare italiano e diventano, spesso, oggetto di barzelletta”.

L’obiettivo è ripartire dalla difesa del modello italiano nel mondo: “Lo possiamo fare riconoscendo, anche attraverso un disciplinare, quelli che sono i veri ristoranti italiani all'estero. Il Governo è al lavoro su un nuovo progetto che lanceremo da qui a poco” ha detto il ministro Lollobrigida.

Ma la proposta non è piaciuta ai rappresentanti del terzo polo. Prima Carlo Calenda ha scritto: “Un disciplinare contro le idiozie dei membri di governo. Prima. Poi pensiamo ai ristoranti, che sicuramente invece di rispettare le norme locali obbediranno al disciplinare di Lollobrigida”. Subito dopo a rincarare la dose ci ha pensato il prode Luigi Marattin, il professore di economia di Italia Viva, che con un montaggio video ha paragonato Lollobrigida a Checco Zalone.

Ma a rispondergli via Twitter è il ministro in persona: “In realtà mi sono ispirato alla collega Bellanova. Iniziò questo percorso quando era ministro del tuo Governo e del tuo partito. Dormivi?” Pubblicando un articolo di quando ministro dell’agricoltura era Teresa Bellanova, ed era favorevole alla proposta.

Era il 2019 e il ministro Bellanova firmava con Asacert e Coldiretti il progetto “Ita0039”, per arrivare a certificare i ristoranti italiani all’estero. Esattamente ciò che vorrebbe fare Lollobrigida oggi. Il progetto mirava a certificare 7mila esercizi commerciali di ristorazione all’anno. Successivamente il ministro Bellanova propose un bonus ristorazione di 1 miliardo per le 180 mila imprese di ristorazione italiane con un fondo perduto di 5mila euro per impresa in modo da vincolarlo esclusivamente all'acquisto di prodotti Made in Italy “perché di questo ne dobbiamo fare una questione davvero d'identità nazionale”.

Ma Marattin, nonostante sul progetto Ita0039 ci sia la firma del ministro Bellanova (ma alla presentazione erano presenti, e favorevoli, anche Patuanelli e Bonaccini), prova a smentire: “Non mi risulta che Teresa Bellanova sia mai andata in giro per l’Europa a dire quali sono i ristoranti “ufficiali” italiani e quali no. Quella è più roba da Unione Sovietica mi sa”.

A quel punto gli ha risposto la collega Elisabetta Gardini, parlamentare di Fratelli d’Italia: "Sveglia. La certificazione per i ristoranti italiani all’estero fa parte della battaglia contro il cosiddetto Italian sounding…. Esci dalla ‘fase del no’… non hai più l’età! La comicità involontaria non è una bella cosa".

A Marattin replica anche Chiara Colosimo: "Occhio che la toppa è peggio del buco.. basta riconoscere che ti è scappata una polemica di troppo. E che benissimo fa il ministro Lollobrigida a difendere i nostri prodotti ed il nostro marchio nel mondo.

Si chiama interesse nazionale".

Commenti