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Da Lotito a De Laurentiis, il Pdl corteggia i presidenti

RomaIl grande ballo delle candidature è iniziato da tempo. Ma sono questi i giorni in cui la grande partita per entrare in Parlamento inizia a farsi dura, spigolosa e cattiva. Silvio Berlusconi, ieri, si è tenuto alla larga dall'ufficio di presidenza dedicato ai criteri di selezione dei parlamentari proprio per non essere invischiato nel gioco di pressioni tipico di queste circostanze. Le regole, però, sono chiare e prevedono un limite di tre legislature, non più di 65 anni di età e l'esclusione per chi non ha pagato le quote associative (un problema diffuso dentro il Pdl e su cui viene promessa fermezza). Naturalmente ci saranno alcune deroghe. Gli ex ministri, ad esempio, saranno esentati così come il presidente del Senato.
Al netto di questi paletti, le «griglie» sono comunque in lavorazione. Con inevitabili veleni, colpi bassi e con il rischio di sbianchettamenti dell'ultima ora. In queste ore molta attenzione viene riservata alla Campania, regione strategica in chiave elettorale. Berlusconi non ha rinunciato alla possibilità di avere in lista Aurelio De Laurentiis. Un sogno forse impossibile per un'operazione tentata già nelle scorse regionali quando si riuscì a ottenere soltanto il suo endorsement per il candidato governatore del Pdl: «Stimo De Luca ma preferisco Caldoro», disse allora. Se non si riuscisse a chiudere con lui potrebbe essere messa in lista la figlia. Sempre in Campania sarà candidato Claudio Lotito, per sfruttarne la grande popolarità come presidente della Salernitana. In Campania 1 comunque il capolista al Senato dovrebbe essere Berlusconi, seguito da Francesco Nitto Palma e da Nicola Cosentino. Sempre in Campania saranno candidati l'ex presidente della provincia, Luigi Cesaro e la new entry Gianni Lettieri. In Campania 2, invece, la capolista dovrebbe essere Mara Carfagna seguita da Nunzia De Girolamo. La griglia del Lazio resta un rebus. Non ci sarà Gianni Alemanno che correrà per un secondo mandato in Campidoglio senza il paracadute del seggio parlamentare. Il magistrato Simonetta Matone potrebbe trovare un posto al top nella lista alla Camera. Chi deve ancora decidere è Renata Polverini, corteggiata anche dall'Udc sempre per la Camera. In Lombardia la partita è tutta da giocare. Mariastella Gelmini potrebbe scendere in campo in ticket con Maroni, mantenendo la candidatura alla Camera. Roberto Formigoni potrebbe essere schierato come capolista del Pdl al Senato se appoggerà pubblicamente Roberto Maroni. Sempre in Lombardia sarà candidato l'assessore di Monza alle Politiche Giovanili, Martina Sassoli. In bilico, invece, la candidatura del ministro Giulio Terzi di Sant'Agata (per lui si era parlato del collegio bergamasco), osteggiata da parte del partito. In Veneto toccherà a Renato Brunetta (per lui ipotizzata anche una soluzione campana alla luce del suo rapporto con il territorio e la presidenza della Fondazione Ravello) il ruolo di capolista alla Camera. Giancarlo Galan guiderà le truppe al Senato. Dovrebbe essere in campo anche Fabio Franceschi di Grafica Veneta, noto come lo stampatore di Harry Potter. Complessa la situazione in Piemonte dopo la fuoriuscita di Agostino Ghiglia e Guido Crosetto. C'è, infine la questione ligure dove si consuma la consueta contrapposizione tra l'area di Claudio Scajola e quella che fa riferimento a Luigi Grillo.

Un braccio di ferro che si potrà risolvere soltanto quando verranno fugati i dubbi sulla candidatura dell'ex ministro allo Sviluppo Economico, uscito rafforzato dall'archiviazione dell'inchiesta sul porto di Imperia.

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