Nemmeno quarantott'ore dall'annuncio della discesa in campo per le primarie del Pdl (con tanto di raccolta delle 10mila firme necessarie) che subito la Procura di Milano si è peritata di iscrivere nel registro degli indagati per truffa e aggiotaggio il finanziere Alessandro Proto (che però non ha ancora ricevuto l'avviso di garanzia).
Quello che potrebbe sembrare un intervento «a gamba tesa» della magistratura è solo l'esito di un'inchiesta già avviata da tempo sulla Proto Consulting (poi diventata Proto Organization). Ad attrarre l'attenzione del pm Isidoro Palma era stata l'attività dell'imprenditore sia in ambito immobiliare (il trentottenne è noto alle cronache mondane come mediatore per le megaville delle star sul Lago di Como, George Clooney incluso) che mobiliare. In particolare, al vaglio degli inquirenti ci sarebbe soprattutto il Fondo Caronte - descritto come un fondo «salva-imprese» - che avrebbe dovuto presentare un'offerta d'acquisto per l'Ospedale San Raffaele di Milano, poi rilevato da Giuseppe Rotelli. Proto era stato ascoltato come persona informata dei fatti.
Forse, però, la Procura di Milano non avrebbe accelerato se Consob, l'Authority che vigila sulla Borsa, non avesse inoltrato alla magistratura l'esito nullo delle verifiche effettuate sulle decine di annunci riguardanti l'acquisizione, per conto di clienti investitori, di quote di minoranza di importanti società quotate come Monte dei Paschi, Fiat e Rcs, l'editore del Corriere.
Proto, infatti, si dichiarò presidente di un patto di sindacato sul 2,77% della casa editrice al quale parteciperebbero investitori esteri come l'indiano Kushal Singh e il brasiliano Jorge Froemming. Dai tempi dei «furbetti del quartierino» capitanati da Stefano Ricucci nessuno aveva osato puntare al sancta sanctorum del capitalismo di relazione italiano che riunisce Mediobanca, Generali, Fiat, Intesa Sanpaolo, Pirelli (e da qualche tempo anche le Coop rosse di Unipol che hanno rilevato Fonsai dai Ligresti). L'Authority guidata da Giuseppe Vegas, tuttavia, non è mai riuscita ad accertare la veridicità degli annunci e ne ha informato la Procura. «Mezze verità», trapela dal palazzo di giustizia milanese secondo cui il mercato sarebbe stato tratto in inganno dall'omessa comunicazione dell'immediato rigetto delle varie proposte.
«Non mi farò intimidire da accuse infondate e calunniose e proseguirò sulla mia strada, certo di avere le capacità per proseguire e che a quanto pare fanno già paura a qualcuno», ha fatto sapere Proto. Con la stessa aria sbarazzina e «furbetta» che qualche giorno fa l'ha portato a liquidare Cicchitto, Gasparri e La Russa: «Certo che servono! Chi ti indica dove sono i cessi a Montecitorio?».
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