Lusi, nuove accuse Ora rischia l’arresto

Si aggrava la posizione del cassiere della Margherita. Ora gli contestano anche il trasferimento fraudolento: per il giudice ci sarebbe spazio per misure cautelari

Lusi, nuove accuse Ora rischia l’arresto

Roma - Ora il caso Lusi si fa davvero bollente. Perché l’ex tesoriere infedele della Margherita accusato di aver utilizzato il denaro del partito per comprare ville da sogno e pranzare a base di spaghettini al caviale, adesso, rischia l’arresto. E non solo perché il reato che gli viene contestato non è più soltanto l’appropriazione indebita, che non prevede le manette, ma soprattutto per una frasetta accennata dal gip Simonetta D’Alessandro tra le righe del provvedimento di convalida del sequestro dei suoi beni: quei cinque immobili a Capistrello, in Abruzzo, uno dei quali oggetto di una ristrutturazione costata 3 milioni di euro, quella villa Elena di Ariccia assegnata in usufrutto a sua nipote, e quei due milioni di euro giacenti in un conto corrente presso la Allianz Bank.

Scrive, infatti, il gip a pagina 24 per motivare la necessità di sottoporre a sequestro le proprietà che Luigi Lusi - il cui «dinamismo illecito» viene definito «predatorio» e «criminale» - ha acquistato con soldi non suoi (si sono perse le tracce di almeno 25 milioni): «Viene in altri termini in rilievo la sistematica reiterazione di condotte illecite sempre più pericolose, e il dato costituisce l’in sé legittimante, il quid fondante dell’intervento cautelare, per vero non solo sul piano reale». Per il giudice, insomma, nelle carte depositate dal procuratore aggiunto Alberto Caperna e dal pm Stefano Pesci ci sarebbe materiale per misure cautelari diverse da quelle cosiddette reali (di beni), dunque per misure cautelari personali. Il passaggio dell’ordinanza non è sfuggito ai pm titolari dell’indagine, che ora potrebbero decidere di non ignorare il durissimo atto d’accusa del gip, considerando poi che la nuova contestazione formulata contro l’ex tesoriere, quella di trasferimento fraudolento, prevede la possibilità dell’arresto, pur rimanendo un reato meno grave del riciclaggio (contestato invece ai familiari di Lusi). Il prossimo passo dei pm sarà quello di sottoporre il caso all’attenzione del nuovo procuratore capo Giuseppe Pignatone, entrato ufficialmente in carica due giorni fa. Qualsiasi mossa ulteriore dovrà comunque passare il vaglio del Senato. Per l’avvocato Titta Madia è sbagliato affermare che sia stato il leader di Api Francesco Rutelli - a dir poco contrariato da quando l’Espresso ha scritto che Lusi ha finanziato la sua fondazione - a chiedere l’arresto di Lusi: «Non ci compete - spiega il legale - sarebbe un’interferenza. Abbiamo solo reagito alle aggressioni con fermezza segnalando atti di intimidazione e depistaggio».

L’avvocato di Lusi, Luca Petrucci, ha intanto presentato un’istanza al tribunale del Riesame di Roma per ricorrere contro l’ordinanza di sequestro: «Voglio capire quali sono gli elementi che hanno indotto i

magistrati ad adottare il provvedimento». Dopo che il Tribunale si sarà pronunciato la difesa del senatore valuterà se presentare, come già annunciato, la richiesta di incidente probatorio con perizia sui conti della Margherita.

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