Il mistero è cominciato domenica sera e non è ancora risolto completamente. Che cosa è accaduto a Vladimir Luxuria? É finita in arresto dopo avere sventolato una bandiera arcobaleno alle Olimpiadi di Sochi? O è soltanto inciapata in un paio di controlli della polizia? Sulla questione i pareri sono diversi. Luxuria, un'icona del mondo gay capace di entrare anche alla Camera grazie ai voti di Rifondazione comunista, si trova in Russia da qualche giorno per raccontare «le problematiche omosessuali» con due inviati del programma tv Le Iene, Pio D'Antini e Amedeo Grieco. Fonti dell'Ansa dicono che ieri i tre sono stati fermati da alcuni uomini all'ingresso dell'arena Shayba, e poi da un poliziotto che li ha caricati su un'auto. A Luxuria è capitato più o meno lo stesso domenica, quando sono circolate voci di un ipotetico «arresto», e prima ancora delle voci l'attivista ha pubblicato un messaggio sul suo profilo Twitter in cui diceva: «Sono a Sochi con i colori della rainbow, alla faccia di Putin!». Per rainbow s'intende naturalmente la bandiera arcobaleno che contraddistingue i movimenti gay. Proprio quel simbolo (con tanto di scritta «gay è ok») avrebbe spinto la polizia a fermare Luxuria: la Duma russa, infatti, ha approvato qualche mese fa una legge molto contestata dalle organizzazioni internazionali che punisce la cosiddetta «propaganda gay», ovvero la diffusione di messaggi sull'omosessualità in presenza di minori. In Italia la notizia del presunto «arresto» ha sollevato proteste e messaggi d'incoraggiamento («Ribelle, libera, senza paura dei gendarmi della moralità di Stato», ha scritto, sempre su Twitter, il governatore della Puglia, Vendola).
Il problema è che sino a ieri le autorità russe escludevano di avere arrestato Luxuria, il ministero dell'Interno ha detto che non è mai entrata in una caserma e la polizia di Sochi ha addirittura negato l'esistenza di un fermo. Ieri pomeriggio Luxuria ha annunciato di essere pronta a nuove proteste, ma non ne avrà più il tempo. Stamattina alle 11.30 locali verrà accompagnato all'aeroporto da funzionari della Farnesina e lascerà la Russia in quanto persone non gradita. Fine dello show.
Ora l'organizzazione Gay Center chiede di nominare Luxuria ministro alle Pari opportunità, mentre il presidente del Coni, Giovanni Malagò, afferma con un po' di imbarazzo che questa vicenda è «al di là del Parco olimpico», insomma, ha poco a che vedere con i Giochi e l'atmosfera che si respira a Sochi. Si direbbe che il caso sia rimasto fuori anche dal radar dei russi, che hanno ignorato per lo più le disavventure di Luxuria, e negli altri casi ne parlano come di intrusioni negli affari di casa o di prove al limite della vanità. «Paragoniamo la quantità di interesse per l'attivista italiano che non rischia alcunché - scrive polemicamente Leonid Ragozin, giornalista che non può certo essere annoverato fra i putinisti - con quello per Evgeny Vitishko, chiuso in carcere per tre anni».
Vitishko è l'ambientalista condannato pesantemente proprio durante i Giochi e che ha cominciato lo sciopero della fame. La sua storia è quasi sconosciuta in Europa: nella Russia di Putin non mancano certo i motivi per indignarsi; non tutti, però, ottengono lo stesso interesse dal dorato mondo delle organizzazioni umanitarie.
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