Desiderano essere sempre sagge e premurose con i propri figli, vogliono educarli al meglio e prepararli alla vita, insegnare loro ad essere rispettosi, ad accettare le sconfitte, a saper gestire successi e delusioni, coltivare amicizie e passioni. E nello stesso tempo magari lavorano pure e si dannano per mantenere la casa sempre ordine perché, si sa, nessuno è in grado di provvedervi come sanno fare loro. Si illudono di potere essere sempre all'altezza, almeno in famiglia.
Ma Kristine Carlson in La mamma perfetta non esiste (Feltrinelli-Kowalski, in libreria dal 19 settembre) ci ricorda che non è possibile e ci spiega perché non vale la pena stressarsi per ogni piccola cosa, che basta poco per affrontare le battaglie di ogni giorno con grazia, sicurezza e soddisfazione attingendo alla propria riserva di pace e saggezza interiore e vivendo tutto un passo alla volta, facendo piccoli cambiamenti dove necessario. Partendo proprio dalla consapevolezza che la mamma infallibile vive solo nelle favole e che «se esiste un lavoro per il quale la definizione senza orari e sottopogato calza a pennello è proprio quello di madre». Insieme ad ogni bambino servirebbe un libretto delle istruzioni, ma non è previsto, si impara a gestirli un po' alla volta, attingendo qua e là consigli che mai varranno più dell'intuito di una mamma.
Prima regola: delegare, giocare di squadra. Anche se ogni mamma ritiene di essere insostituibile non c'è motivo per cui debba occuparsi di tutto, meglio farsi aiutare. Il che non vuole dire necessariamente ricorrere ad una baby sitter ma crearsi un gruppo di persone disposte a dare una mano. Anche una rete di supporto è fondamentale, poter condividere esperienze e ansie della maternità con altre mamme che sperimentano le stesse frustrazioni. Come arginare l'infinita lista di pretese di ogni bambino? Insegnandogli la differenza fra avere bisogno e volere, tra l'indispensabile e qualcosa che magari desiderano tantissimo ma che non gli serve. Utile coinvolgerli nella pianificazione economica, stabilendo delle priorità a seconda delle risorse a disposizione, sacrosanta la sempre eterna paghetta settimanale. Con i figli, sia che si tratti di bambini che di adolescenti, ci vuole chiarezza, regole e aspettative devono essere ben definite. I no devono essere no e i sì devono essere sì. Lasciando spazio all'interpretazione si dà loro modo di aggirare l'ostacolo. Le prediche servono a poco, meglio prendere provvedimenti rapidi e chiari. È inutile cercare di fare tutto, meglio accontentarsi di quello a cui si riesce a stare dietro, tenendo a bada lo stress, godendosi i momenti di gioia e ritagliandosi del tempo per sé. Per Kristine Carlson imparare a guardare le cose in prospettiva aiuta a vivere meglio. «Vostra figlia vuole mettersi gli stivali di gomma viola con il tutù da ballerina per andare al supermercato?». Pazienza, assecondatela pure, non cadrà il mondo, ci sono altre cose importanti di cui discutere. È bene scegliere le battaglie da combattere e godersi di più la vita. Piccolo consiglio strategico: promettere meno di quanto si manterrà così che i figli non nutrano aspettative troppo alte e rimangano piacevolmente sorpresi se e quando arriverà qualcosa di inatteso. Per essere genitori consapevoli bisogna essere capaci di liberarsi da certi condizionamenti familiari, non replicare necessariamente l'educazione ricevuta, ma interrogarsi su quello che vogliamo davvero per i nostri figli tralasciando le cose che nella nostra educazione non hanno funzionato. Brutti voti, sconfitte sportive, delusioni amorose: come insegnare a gestire le delusioni? Una mamma vorrebbe poter parare tutti i colpi, ma non è possibile, può solo indebolirli aiutando i ragazzi a capire che non sono i successi e i fallimenti a definirci quanto la tenacia e gli sforzi con cui cerchiamo di raggiungere i nostri obiettivi. I genitori per primi devono imparare ad accettare le frustrazioni dei figli, dalle sconfitte si impara, insegnano ad affrontare meglio le sfide vere. E in questo lo sport è di grande aiuto. Nel crescere i figli bisogna ricordarsi che devono inseguire i propri sogni, non i nostri, nutrendo le loro speranze e le loro aspirazioni, ma senza cadere nella trappola di vivere indirettamente attraverso di loro.
Novantanove capitoli per ognuno dei problemi che si incontrano nel difficile mestiere di madre, basati sulla filosofia secondo la quale bisogna «assumersi la responsabilità della propria felicità».
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