
Il 7 ottobre i Giovani Palestinesi hanno annunciato l'intenzione di scendere in piazza a Bologna per celebrare la mattanza di Hamas del 2023 in Israele, che ha dato il via alla riaccensione del conflitto arabo-israeliano. "Se in due anni si è riuscite a costruire questo forte movimento in solidarietà alla Palestina, che sta riuscendo finalmente a mettere in crisi il sostegno dei governi e delle istituzioni occidentali al sionismo, il merito è della Resistenza palestinese che dapprima il 7 ottobre 2023 ha inferto una dura sconfitta al sionismo con la gloriosa operazione Diluvio di al-Aqsa e che da due anni si oppone con ogni mezzo alle forze coloniali e genocide sioniste", hanno dichiarato gli organizzatori.
Il Prefetto di Bologna ha annunciato che la manifestazione non si dovrà tenere: a dirlo è Enrico Ricci a margine della cerimonia per ricordare Primo Zecchi, ucciso dalla Banda della Uno Bianca a Bologna il 6 ottobre 1990. "È in corso la notifica del provvedimento per vietare la manifestazione", ha dichiarato il prefetto. "Gli slogan che a Bologna esaltano il 7 ottobre sono un oltraggio alle vittime di quella strage e a tutta la comunità cittadina. È disumano voler trasformare un atto di terrorismo in un simbolo da celebrare. Non è più dissenso, ma un grave cedimento alla barbarie. Esaltare la violenza e il terrore significa calpestare i principi della democrazia. Le università e le città devono restare spazi di libertà e confronto, non palcoscenici per chi diffonde odio", sono le parole del ministro dell'Università e della Ricerca, Anna Maria Bernini.
Il sindaco di Bologna, Matteo Lepore, a margine di una conferenza stampa in Comune con il presidente dell'Ucoii, Yassine Lafram, appena rientrato in Italia dopo aver partecipato alla Global Sumud Flotilla, si augurato che non si svolga perché "è soltanto un'iniziativa di odio, che fa il male del popolo palestinese e anche del grande movimento per la pace che centinaia di migliaia di persone ha visto nelle città italiane davvero mobilitarsi e tenere fuori anche dai cortei tante persone violente". Ma dall'altro lato non c'è l'intenzione di rinunciarvi. "Rivendichiamo il sostegno alla resistenza e al popolo palestinese. Il Viminale ha deciso di vietare la manifestazione del 7 ottobre a Bologna, una scelta chiaramente politica e ideologica.
Chi tenta di vietare la manifestazione non solo ci nega il diritto di esprimerci, ma nega anche ai popoli sotto occupazione coloniale il diritto di lottare per la propria liberazione", rilanciano i Giovani Palesinesi dando appuntamento a domani.