Politica

Manifesti, email e striscioni Da oggi rinasce Forza Italia

Riparte la macchina organizzativa azzurra in vista di una possibile campagna elettorale. I primi cartelloni già pronti a Milano. Sancito l'addio al simbolo Pdl

Silvio Berlusconi saluta i suoi simpatizzanti davanti villa San Martino ad Arcore
Silvio Berlusconi saluta i suoi simpatizzanti davanti villa San Martino ad Arcore

Roma - «Ancora in campo per l'Italia». La macchina organizzativa scalda i motori già da un paio di settimane. La pianificazione della copertura geografica è stata curata nel dettaglio. Provini e anteprime grafiche sono state aggiornate nelle ultime ore, dopo la manifestazione di via del Plebiscito, nel tentativo di fermare su pellicola (e poster) le venature e le emozioni di quell'abbraccio di piazza.

Tutto è pronto per la campagna di lancio e di bentornato. L'«operazione Forza Italia» scatta ufficialmente oggi. Dopo una anteprima in alcune vie di Milano, i manifesti 6X3 con la scritta «Ancora in campo per l'Italia», incastonata tra due ali di folla con il palco di domenica scorsa sotto Palazzo Grazioli a campeggiare al centro, saranno visibili in tutte le principali città d'Italia. Ai poster cittadini si affiancheranno quelli nelle stazioni di servizio così da catturare l'attenzione in transito dei viaggiatori d'agosto. Lo slogan, poi, già campeggia sui siti internet pdl.it; forzaitalia.it e forzasilvio.it ed è stato inviato per e-mail a tutti i parlamentari con uno specifico «compito per le vacanze»: rigirarlo alle loro mailing-list così da ottenere la massima penetrazione possibile del messaggio.

C'è poi l'offensiva dei cieli. Sulle spiagge transiteranno gli aerei con gli striscioni Forza Italia e Forza Silvio. E planeranno sopra le più frequentate località costiere italiane, da Rimini a Riccione, da Sabaudia a Portofino, da Sorrento a Forte dei Marmi, dall'Argentario a Capalbio fino in Sardegna (e c'è già chi, come il presidente provinciale dei garanti del Partito democratico pratese, propone in un impeto democratico di «bloccare lo spazio aereo per quei velivoli che trasportano striscioni di questo tipo con protagonista Berlusconi»).

Questa campagna è di fatto una prima proiezione ufficiale di quanto visto nella manifestazione di Palazzo Grazioli. Nel grande sit-in di sabato scorso si è cantato di nuovo l'inno composto nel 1993 dal maestro Renato Serio (assieme ad Azzurra libertà e Meno male che Silvio c'è) e nella scenografia del palco è comparsa la bandiera di Forza Italia a fianco del simbolo del Pdl, esattamente con lo stesso peso visivo. E anche tra le bandiere, quelle della prima creatura berlusconiana, con il logo storico e i colori del Tricolore disposti non in modo tradizionale (il verde è in alto, il rosso in basso e il taglio è obliquo) erano assolutamente prevalenti. Insomma, il passaggio dal Pdl a Forza Italia, sebbene non ancora sancito in maniera formale (nel partito si stanno analizzando diverse procedure per compiere questo rito di passaggio) è ormai sancito dai fatti, o meglio dai richiami e dai simboli.

La proposta e lo spunto iniziale della campagna è partito da Daniela Santanchè. La fase ideativa è stata coordinata e realizzata, in costante concerto con lo stesso Berlusconi, dal responsabile nazionale della comunicazione elettorale e Internet, Antonio Palmieri insieme ai due storici grafici che hanno seguito le campagne elettorali di Forza Italia prima e del Pdl poi negli ultimi venti anni. Questa volta la discontinuità visiva rispetto al passato è evidente. L'iconografia è rinnovata con la figura di Berlusconi meno centrale. I veri protagonisti sono i suoi sostenitori, le persone che in piazza e nelle strade continuano a manifestargli solidarietà e affetto. In sostanza si tratta di un'«immagine-testimonianza» di Berlusconi leader ancora in campo, sostenuto dal suo popolo. Un messaggio che punta a comunicare che non stiamo vivendo un deja-vù di Mani Pulite quando la Procura di Milano andò a colpire personaggi ormai privi del rapporto con i loro elettori. Questa volta, al contrario, nel mirino c'è un leader che rappresenta il primo riferimento di uno schieramento politico e può contare su un ampio consenso. La scelta del codice formale - che ha avuto la meglio su altre ipotesi di taglio più tradizionale - è quindi tarata sulla stretta attualità e sul desiderio di fotografare la presenza fisica e simbolica di Berlusconi sul palcoscenico della politica.

Un rapporto che sentenze e ritualità di palazzo (o di Palazzaccio) non possono scalfire.

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