La mannaia di Verdini: 150 parlamentari restano a casa

I timori in via dell'Umiltà: "L'operazione non è indolore". L'ultima parola spetta al Cav

La mannaia di Verdini: 150 parlamentari restano a casa

Roma - Il tempo stringe e il frenetico via vai di parlamentari uscenti dalle parti di Via dell'Umiltà e Palazzo Madama è quello delle grandi occasioni. La tensione è palpabile, i telefoni roventi, le richieste di appuntamento ai maggiorenti del partito, Angelino Alfano, Denis Verdini e Gianni Letta in testa - senza contare Maria Rosaria Rossi, impegnata a seguire il forcing elettorale di Silvio Berlusconi - sono continue. Ufficialmente tutti vengono tranquillizzati. «Ce ne occuperemo da lunedì» è la risposta standard, con riferimento alla riunione dei coordinatore regionali. In realtà il processo di scrematura è già in corso. Verdini ha infatti in mano l'elenco dei 150 parlamentari che non saranno ricandidati. Questa lista verrà vagliata, per stabilire i criteri per le eventuali deroghe, da lui, da Alfano, da Fabrizio Cicchitto, Renato Schifani e Maurizio Gasparri. Su tutta l'operazione, però, incombe il vaglio finale di Berlusconi che potrebbe anche ribaltare le decisioni. Inoltre, spiegano da Via dell'Umiltà, c'è un altro aspetto di ordine strategico-psicologico da tenere in conto. «L'operazione non sarà indolore e c'è un riflesso vagale di malpancismo da valutare». Insomma bisognerà gestire l'insoddisfazione per evitare migrazioni verso altri lidi o campagne elettorali intinte nei veleni delle lotte fratricide.
Di certo ieri i dirigenti hanno analizzato con attenzione la questione della Regione Lazio. La candidatura di Beatrice Lorenzin sembra perdere quota mentre torna a salire quella di Francesco Storace che, a colpi di sondaggi, avrebbe convinto Berlusconi. Il timore, però, è che con il traino della candidatura alla Regione, l'ex governatore possa sottrarre seggi in Parlamento al Pdl a favore de La Destra.
Forte tensione si registra anche per la composizione delle liste lombarde. Qui in pole position al Senato dovrebbe esserci Roberto Formigoni seguito da Mario Mantovani e poi dall'ex ministro Andrea Ronchi. Nel collegio Camera 1 ci saranno Paolo Romani, Maurizio Lupi, Luigi Casero e Gianfranco Rotondi. Nel collegio Camera 2 dovrebbero essere schierati Mariastella Gelmini, Antonio Palmieri, Gregorio Fontana, Raffello Vignali, Laura Ravetto e Stefano Saglia. Nel terzo collegio Maurizio Bernardo. Particolarmente complessa sarà la compilazione delle liste in Liguria dove ci sono troppi uscenti rispetto ai potenziali rientranti. In Toscana alla Camera dovrebbere essere schierati Paolo Bonaiuti e Sandro Bondi oltre a Gabriele Toccafondi. Per la Puglia si guarda molto verso il consiglio regionale dove ci sono diversi uomini molto radicati nel territorio. In Piemonte oltre a Daniela Santanchè avanzano i nomi di Enrico Costa e Gilberto Pichetto Fratin. Sullo sfondo si moltiplicano le voci su un approdo in Senato della famiglia Fede al gran completo.

Da quanto si apprende sia Emilio Fede sia la moglie, Diana De Feo, ex giornalista del Tg1 e senatore uscente, potrebbero essere candidati nelle liste Pdl a Palazzo Madama. Fede alla fine di novembre aveva presentato il movimento «Vogliamo vivere». E non ha mai fatto mistero delle proprie aspirazioni parlamentari.

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