La giustizia tra riforma e scontro mediatico

Il tema giustizia continua a dividere il panorama politico. Ecco le opinioni dei parlamentari Rita Dalla Chiesa e Walter Verini

La giustizia tra riforma e scontro mediatico

Il tema giustizia continua a dividere la politica. Per la rubrica Il bianco e il nero abbiamo interpellato la deputata azzurra Rita Dalla Chiesa e il senatore dem Walter Verini.

Come giudica l'operato del ministro Carlo Nordio?

Dalla Chiesa: “Lo trovo assolutamente normale. In realtà, non ha detto nulla di così grave o scandaloso. Si sono permessi di dire che il ministro Nordio sta dalla parte dei mafiosi, mentre ha detto esattamente il contrario”.

Verini: “Negativamente. Invece di intervenire sui veri problemi della giustizia, ossia applicare le riforme fatte dalla ministra Cartabia, invece di accelerare le assunzioni dei magistrati e stabilizzare il personale dei tribunali, il ministro Nordio ha deciso di aprire una nuova fase di lotta tra magistratura e politica parlando di temi divisivi e mettendo la faccia sul decreto Rave o sul decreto Ong. È grave che sia intervenuto nel merito di alcune decisioni della procura di Milano come quelle sul caso dell’oligarca russo fuggito oppure sul caso Del Mastro”.

Cosa pensa della lettera di Marina Berlusconi pubblicata sul Giornale?

Dalla Chiesa: “Ne penso ogni bene possibile. Non si può accettare di veder massacrato un uomo, suo padre, che è già stato massacrato per tutta la sua vita. Credo, poi, che esista una pietas umana per cui, a un certo punto, ci si debba fermare. Credo che Marina abbia fatto bene a dire basta. È come se tutti fossero vedove di Berlusconi. È come se i vari Travaglio e gli altri giornalisti de La7 abbiano ancora in mente solo Berlusconi. L’unico nome che sento è il suo e, quindi, ciò significa che hanno costruito una vera e propria carriera sugli attacchi a Berlusconi. Oggi che lui non c’è più non sanno più come proseguire questa carriera”.

Verini: “Rispetto i sentimenti di una figlia per suo padre, ma l’ho definita una lettera inquietante. Non si può pensare che la magistratura non debba indagare. Tutti dobbiamo avere l’interesse che sia fatta luce sulle stragi di quegli anni e sulle connessioni tra le mafie e l’eversione nero. La lettera di Marina Berlusconi, poi, si inserisce in un contesto inquietante in cui il ministro della Giustizia immagina di abolire il reato di traffico di influenze, il concorso esterno in associazione mafiosa e l’abuso d’ufficio. E non solo. Oggi la destra ha votato contro la normativa europea che contiene la raccomandazione di tenere il reato di abuso d’ufficio”.

Il caso La Russa jr è diventato un processo mediatico più che giudiziario. Condivide?

Della Chiesa: “È diventato un processo politico e questo è un male. Era una cosa squisitamente privata e tale doveva rimanere. Questo è un momento in cui anche un foglio che cade fa dire: ‘ecco, la destra ha fatto cadere un foglio’. La verità è che è ancora tutto da provare: sia il presunto stupro sia la presunta dichiarazione della ragazza. Credo che dovremmo darci tutti una calmata e aspettare che sia la magistratura a fare il suo corso. Non possiamo fare diversamente”.

Verini: “A dir la verità è diventato un processo mediatico dopo le improvvide dichiarazioni del presidente del Senato che, scavalcando la magistratura, aveva già celebrato un processo e pronunciato sia l’assoluzione per suo figlio sia parole gravissime nei confronti di una ragazza che aveva denunciato una violenza sessuale”.

Secondo lei, la Santanchè si dovrebbe dimettere?

Dalla Chiesa: “Io al suo posto mi fermerei un attimo e, poi, eventualmente, tornerei anche perché pure questo è un processo mediatico. In realtà, la stanno accusando mediaticamente. Ranucci le sta facendo un processo senza aver mai fatto un processo a una persona di sinistra. Questo non significa essere liberi e liberali”.

Verini: “Sì, anzi lei, prima ancora di dimettersi, non avrebbe dovuto essere nominata ministro per i suoi conflitti di interessi che sono stati risolti cambiando quote di società che sono oggetto del ministero del Turismo dandole a amici e conoscenti. Lei, poi, ha mentito al Parlamento riguardo alla gestione dei ammortizzatori sociali e i rapporti di lavoro con i suoi dipendenti. Ci sono tutti gli elementi politici che rendono opportuno che lei faccia un passo indietro. Il problema non è penale, ma etico”.

Ci sono state molte polemiche attorno all'anniversario della morte di borsellino. Perche il tema giustizia divide sempre?

Dalla Chiesa: “Perché c’è la giustizia ingiusta e perché Borsellino era un magistrato notoriamente di destra. Le polemiche, oggi, nascono per qualunque cosa, ma proprio sull’anniversario della morte di Borsellino non sarebbero dovute nascere. È un eroe dei nostri tempi che non va minimamente toccato”.

Verini: “Se c’è una parte politica che vuole colpire l’indipendenza della magistratura troverà un’altra parte che si opporrà. Pur con tutti i suoi difetti, nonostante il caso Palamara, la magistratura continua a essere un presidio per il Paese e la sua indipendenza rientra nel principio costituzionale della separazione dei poteri.

Quanto a Borsellino, ribadisco: cara Meloni, non basta celebrare gli anniversari, ma bisogna rafforzare le politiche antimafia e anti-corruzione anziché creare quel codice degli appalti oppure alzare il tetto del contante. Il ministro Nordio voleva togliere il concorso esterno in associazione mafiosa. Questo è un modo ipocrita di celebrare i martiri”.

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