Roma - Ignazio Marino è diventato sindaco di Roma da meno di due mesi ma sta già toccando vette di impopolarità ignote ai suoi predecessori pur non sempre amatissimi. L'ultima sua trovata è il «salasso Marino», alias tassa sugli spostamenti dei lavoratori. Perché non si può definire altrimenti la prossima rimodulazione della sosta tariffata che è una vera imposta occulta per chi ogni giorno si reca al lavoro in automobile. Una riforma spaventosa, che non a caso si sta architettando in piena estate e che rischia di costare a ogni romano qualche centinaio di euro al mese. Una roba così poteva essere concepita solo da un sindaco ex senatore e già chirurgo, che vive in centro, ha il vezzo di sembrare così green andando in Campidoglio con la sua biciclettina a pedalata assistita e con tre vigili di scorta a sbuffare e a maledirlo pedalando alle sue spalle, e probabilmente non prende un mezzo pubblico da anni.
«Le strisce blu non devono essere un garage a cielo aperto», pontifica Marino, che come al solito è molto bravo ad ammantare le stangate ai danni dei cittadini di nobili ragioni. Ma la realtà è che a settembre, se la delibera messa in cantiere dall'assessore alla Mobilità Guido Improta passerà indenne attraverso i lavori d'aula, i romani si troveranno i seguenti regalini: prezzo dell'ora di parcheggio nelle cosiddette strisce blu (estese in tutti i quartieri semicentrali della città) aumentato da 1 euro a 1,50 euro; cancellazione degli abbonamenti a 70 euro al mese e del cosiddetto 4x8, che dà diritto a 8 euro di sosta con 4 euro; eliminazione del diritto del residente, previa esposizione dell'apposito talloncino, di parcheggiare gratis nelle strade a vocazione turistica e commerciale: pagherà anche lui.
Sembrano minuzie, ma per chi va al lavoro tutti i giorni con la propria auto non solo per pigrizia ma spesso perché si tratta di un percorso infernale (avete idea di che cosa possa voler dire andare, per dire, dalla Borgata Ottavia all'Eur con i mezzi pubblici?) è un disastro. Se prima infatti si poteva parcheggiare vicino al posto di lavoro con 70 euro al mese, ora per lasciare l'auto otto ore al giorno per cinque giorni a settimana l'esborso sarà di 240 euro. E c'è da giurare che con le nuove tariffe arriverà anche un giro di vite sui controlli da parte degli ausiliari, negli ultimi tempi per la verità non troppo assidui.
L'intento è, formalmente, spingere i romani a prendere di più i mezzi pubblici. Che però sono sempre quelli: due sole linee metro, mezzi di superficie pochi e poco puntuali, spesso affollati, quasi sempre condotti da dipendenti Atac privi di ogni senso di servizio, maleducati, a volte più preoccupati di parlare al cellulare e mandare sms che di rispettare il codice della strada. Peraltro a Roma il salasso-bus è recente, con l'aumento da 1 a 1,50 euro del biglietto semplice avvenuto appena un anno fa.
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