Tre condanne e tre assoluzioni, in appello, per la lunga scia di sangue che i militari tedeschi della Divisione corazzata «Hermann Goering» si sono lasciati alle spalle durante i rastrellamenti sull'Appennino tosco-emiliano nella primavera del 1944. Circa 400 le vittime innocenti. Una sentenza accolta con sentimenti contrastanti dalle parti civili: le Regioni Toscana ed Emilia Romagna, le Province e i Comuni dei territori dove sono avvenute le stragi, e centinaia di familiari delle vittime che hanno gremito la piccola aula della Corte militare d'appello. «Siamo soddisfatti perchè è stata affermata la responsabilità penale di tre degli imputati all'esito di un processo rigoroso, ma ci lascia perplessi l'assoluzione degli altri tre, nei cui confronti riteniamo siano state raccolte prove altrettanto valide», dice l'avvocato di parte civile Andrea Speranzoni. Una triplice assoluzione che lascia di fatto senza colpevoli due dei quattro eccidi contestati agli imputati, quello avvenuto nella zona di Monte Morello (Firenze) e quello di Mommio di Fivizzano (Massa Carrara). Gli ex militari rinviati a giudizio furono 12. Il tribunale di Verona, il 6 luglio 2011, ne condannò 9 all'ergastolo, assolvendone tre. Altri tre sono deceduti nelle more del processo d'appello, che ha visto dunque sei imputati: l'allora capitano dell'esercito tedesco Helmut Odenwald, di 93 anni; l'ex tenente Erich Koeppe (93); i sottotenenti Hans Georg Karl Winkler (90) e Ferdinand Osterhaus (95); il caporale, e poi sergente, Alfred Luhmann (87) e il sergente Wilhelm Stark (92). La Corte militare d'appello ha oggi confermato l'ergastolo a Winkler, Luhmann e Stark e assolto Odenwald, Koeppe e Osterhaus.
Gli imputati sono accusati di avere a vario titolo «contribuito a cagionare la morte di numerosi privati cittadini italiani... che non prendevano parte alle operazioni militari, fra cui donne, anziani e bambini inermi, agendo con crudeltà e premeditazione».
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