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Meloni guarda all'Europa per il nuovo Patto di stabilità

Pnrr e lotta all’inflazione le battaglie più urgenti. Mantovano: "Qui non c’è alcuna deriva autoritaria"

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Dopo una settimana in cui la politica italiana ha rallentato i ritmi e concesso spazio alla riflessione e al dolore per la scomparsa di Silvio Berlusconi, il governo riprende il suo cammino. Giorgia Meloni riparte dai numeri. C'è la fiducia nei suoi confronti salita al 54%, secondo il sondaggio Tecnè-Dire, ma ci sono anche le stime sulla crescita che la Banca d'Italia ha ritoccato verso l'1,3% del Pil contro lo 0,6% inizialmente previsto. C'è però il dato sull'inflazione con cui fare i conti, con quell'11% che pesa sulle fasce più deboli. Indicatori che rafforzano la volontà di puntare sull'accelerazione del Pnrr, oltre in prospettiva sulla trattativa per la riforma del Patto di Stabilità in autunno. Ma al di là del lavoro sul lungo termine, si sta per aprire una settimana che sarà segnata da incontri internazionali decisamente pesanti. Giorgia Meloni martedì sarà a Parigi a sostenere la candidatura di Roma a Expo 2030, insieme al sindaco Roberto Gualtieri e al presidente della Regione Francesco Rocca. Rientrata dalla capitale francese, la premier dovrebbe ricevere a Palazzo Chigi il presidente brasiliano Luiz Inácio Lula da Silva, mentre l'indomani - giovedì 22 - è possibile l'incontro con la presidente del Parlamento europeo Roberta Metsola. Inutile dire che nei prossimi mesi i riflettori saranno puntati sulla costruzione di un rapporto più stretto tra il gruppo dei Conservatori, guidato dalla stessa premier italiana, e quello dei Popolari. Un percorso che i risultati delle elezioni europee potrebbero favorire e consolidare. In un sabato scarico di appuntamenti politici, ci ha pensato un uomo mai banale come Alfredo Mantovano ad animare il dibattito intervenendo alla Festa di Tempi a Caorle e soffermandosi su un certo concetto di sovranità popolare limitata che alberga in certi ambienti. «C'è un partito anti-italiano, che non si presenta alle elezioni, un raggruppamento trasversale, un partito che si riconosce nel Manifesto di Ventotene, un documento troppo citato e troppo poco letto, in cui gli autori, Spinelli e Rossi, dicono chiaramente che il popolo non sa con precisione cosa volere e cosa fare. È questa la logica del Pnrr: se non fai come dico io ti tolgo i fondi. Silvio Berlusconi è stato il bersaglio numero uno di questo partito fino a che ha governato. Oggi Meloni è nel mirino per lo stesso peccato originale». Mantovano ha anche parlato del cortocircuito per cui il Fmi ha pronto un piano da quasi due miliardi per la Tunisia, «ma lo ha congelato fino a che Tunisi non dimostrerà il rispetto dei diritti, non tenendo conto che la Tunisia non è il Canton Ticino, e l'interlocutore non ha esattamente il profilo della superiora delle suore marcelline». Il sottosegretario ha fatto comunque notare il nuovo e maggior peso dell'Italia sul piano internazionale. L'esempio più recente è proprio quello del viaggio della premier in Tunisia in cui è riuscita a favorire un clima migliore tra il presidente tunisino Kais Saied e i leader europei.

«Ora il prossimo traguardo è la vittoria delle elezioni e la formazione in Europa di una maggioranza di centrodestra».

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