
Il meme non ha grandi margini di interpretazione, è piuttosto evidente. A tal punto da sollevare un polverone politico. Sono ore piuttosto roventi a Bondeno, nel ferrarese, dove il segretario del Pd locale Tommaso Corradi, ex candidato sindaco, ha pubblicato un’immagine che mostra il presidente americano Donald Trump in atteggiamenti sessuali nei confronti dell’omologo russo Vladimir Putin. Il contenuto – finito in una storia su Instagram – ha scatenato una bufera e la Lega invoca le sue dimissioni.

"Mentre c'è chi lavora ad una necessaria pace, il Partito Democratico, con il suo esponente Tommaso Corradi, pensa solamente ad alimentare inutili tensioni in una vicenda molto complessa, che costa la vita a migliaia di persone ogni giorno” le parole del capogruppo in consiglio comunale della Lega Ferrara Stefano Perelli: “La vignetta è incresciosa e con una visione di democrazia diametralmente opposta a quella che tutti noi auspichiamo. Il Pd e i suoi alleati prendano immediatamente le distanze, altrimenti rischia di far passare un messaggio di odio molto preoccupante". L’esponente del Carroccio ha dunque chiesto un passo indietro di Corradi: "L'unica scelta intelligente che potrebbe fare adesso Corradi è rassegnare le dimissioni. Quel che ha fatto è un gesto di grave leggerezza".
Anche il Popolo della Famiglia ha stigmatizzato senza mezzi termini il meme a sfondo sessuale. "Se questa è la classe dirigente del Partito Democratico c'è davvero da mettersi le mani nei capelli" il j'accuse di Mirko De Carli: "Per rispetto delle famiglie, dei più giovani ed anziani che navigano regolarmente sui social network, chiediamo come Popolo della Famiglia l'immediata rimozione della storia e le scuse pubbliche del consigliere comunale. Il Partito Democratico dovrebbe poi avere il coraggio di chiedere le dimissioni del proprio segretario cittadino per dimostrare alla città che un minimo di dignità ancora sono in grado di preservarla. Le famiglie di Bondeno aspettano una risposta forte e chiara”.
Il segretario del Pd di Bondeno non ha alcuna intenzione di rassegnare le dimissioni. “A me indignano le decine di migliaia di civili morti durante l’invasione dell’Ucraina. Mi indignano le foto dei bambini barbaramente assassinati, mutilati, orfani, di tutti coloro che non avranno più un futuro. A me indigna che durante l’incontro in Alaska si continuasse a bombardare i civili in Ucraina. Mi indignano le semplificazioni e le prese in giro di un presidente Usa che diceva che avrebbe fatto finire la guerra in 15 giorni” la sua presa di posizione. Poi sulla vignetta pubblicata: “Certo, non è delicata, certo non è ‘istituzionale’, certo non è risolutiva. Forse potevo scorrere e non ripubblicarla quando l’ho vista? Forse sì, sarei stato più politically correct.
E mi dispiace davvero se ho urtato la sensibilità di qualcuno, a partire dal portavoce del Popolo della Famiglia (che comunque l’ha ripubblicata per attaccarmi). Ma spero anche ci faccia riflettere sull’immensa fortuna che abbiamo ad essere qui a discutere di una vignetta, invece di essere sotto quelle bombe che in Ucraina continuano a cadere”.