Merkel: no ad acquisto bond

Il "nein" della cancelliera tedesca al pianto anti-spread ideato da Mario Draghi: "L'Eurotower non può fare politica fiscale"

Merkel: no ad acquisto bond

Il piano anti-spread di Draghi non piace ad Angela Merkel. La cancelliera, in un incontro a porte chiuse con i colleghi del suo partito, la Cdu, si è detta contraria all'acquisto illimitato di bond da parte della Banca centrale europea. E la riunione di oggi non sarà certamente un compito facile per il numero uno dell'Eurotower, che dovrà illustrare il progetto al consiglio direttivo.

La «bomba» tedesca è scoppiata a fine giornata, quando sono trapelate corpose indiscrezioni, attribuite a due funzionari della Bce, sul piano messo a punto dal presidente, che punterebbe sull'acquisto illimitato di titoli di Stato, sia pure compensati con interventi di «sterilizzazione» volti a evitare storture ed eccessi dell'offerta complessiva di liquidità.
Ce n'era a sufficienza per provocare la reazione di Berlino: «Se la Bce interviene per periodi limitati - avrebbe detto Angela Merkel, secondo quanto riportato dal parlamentare Norbert Barthle - per evitare che la quantità di moneta aumenti, con effetti sull'inflazione, allora va anche bene. Ma non può essere una strategia di lungo termine, perché diventerebbe politica fiscale, che non fa parte dei compiti della Bce». E tanto per non lasciare dubbi, la cancelliera ha affermato il suo «pieno sostegno» al governatore della Bundesbank, Jens Weidmann, ovvero il più fiero avversario di Draghi nel board della Bce, contrario fin dall'inizio all'acquisto di bond come mezzo di finanziamento dei Paesi deboli.

I mercati la pensano diversamente: così, sull'onda dell'ottimismo innescato dall'attesa del piano anti-spread, i tassi dei titoli italiani e spagnoli si sono significativamente ridotti. Quasi facendo eco alle incoraggianti dichiarazioni del presidente del Consiglio Europeo, Herman Van Rompuy, che, rivolgendosi alla conferenza degli ambasciatori Ue, ha messo in guardia: i differenziali di rendimento tra Bund tedeschi e i titoli di Stato di alcuni paesi dell'Eurozona «non sono giustificati dai loro fondamentali economici». Van Rompuy ha chiarito che i tassi di interesse in alcuni Paesi «sono troppo alti in rapporto alla situazione reale dell'economia», mentre «sono troppo bassi in altri Paesi, al punto da trasformarli in Paesi rifugio». Il presidente ha inoltre rinnovato il suo pieno sostegno alla Bce su ogni possibile azione, anche a breve termine, mirata a contrastare la frammentazione in atto nei mercati finanziari, «che rende molto difficile portare avanti una comune politica monetaria». E oggi all'atteso consiglio direttivo sarà presente anche il presidente dell'Eurogruppo, Jean-Claude Juncker.

Complice anche un inconsueto smacco della Germania ad un'asta dove è riuscita a piazzare solo 3,61 miliardi di Bund decennali sui 5 miliardi offerti, dunque, lo spread tra Btp italiani a 10 anni e titoli tedeschi ieri è

arrivato a scendere fino a 402 punti base. Più prudenti le Borse: a Piazza Affari il Ftse Mib è arretrato dello 0,62%, mentre Londra ha ceduto lo 0,25%, Parigi invece ha guadagnato lo 0,2% e Francoforte lo 0,46 per cento.

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