Messaggio delle urne Monti: aiuto, il Paese non mi capisce più

Lo sfogo: "Abbiamo perso la sintonia con la gente, dobbiamo recuperare". Gasparri: "Appoggio sì, ma non su tutto"

Messaggio delle urne Monti: aiuto, il Paese non mi capisce più

Roma - Sindrome Partenone. Ec­co quello che preoccupa Monti, dopo due giorni di urne interna­zionali e nazionali. Va bene che erano soltanto elezioni ammini­strative ma il dato politico non è certo un buon segno per il gover­no. Tanto che nel pomeriggio, du­rante un incontro con il senatore Pasquale Viespoli, capogruppo di Coesione nazionale, il premier ammette che le cose non girano più come all’inizio. A colloquio con il senato­re, il Professo­re si rende con­to che «non c’è più la sintonia con il Paese che c’era a ini­zio mandato. Dobbiamo re­cuperare ».

C’è scoramento e preoccupazio­ne anche se Monti dice che «occorre un ri­lancio del­l’azione di go­verno sul­l’ag­enda di po­litica economi­ca e sociale ». Sì ma non basta, ribatte Viespo­li per il quale «il governo deve dare una mano al Parlamento anche sul piano delle riforme istituzionali e costi­tuzionali; altrimenti parlare di crescita e di sviluppo rischia di es­sere poco più che uno slogan». Monti avverte che l’appoggio del­la sua «strana» maggioranza mo­stra crepe sempre più ampie. I partiti che sostengono l’esecuti­vo tecnico vengono penalizzati dalle urne, a tutto vantaggio di Beppe Grillo, forza antisistema. Perde il Pdl, non brilla il Pd, delu­de il Polo della nazione: la «stra­na » maggioranza paga le ricette montiane. E da domani l’appog­gio dell’Abc potrebbe essere me­no convinto rispetto a qualche mese fa. Insomma, in tutta Euro­pa - Italia inclusa - soffia il vento dell’insofferenza nei confronti sia dei partiti tradizionali, sia del­le politiche europeistiche di lacri­me e sangue.

Ad ammettere che qualche pro­blema c’è, è lo stesso ministro del­l’Interno, Anna Maria Cancellie­ri: «Sono fenomeni che accadono sempre nei momenti di disorien­tamento- dice cauta il capo del Vi­minale - A volte i cittadini fanno qualche particolare riferimento non verso una istituzione ma ver­so persone che si pongono di fron­te all’opinione pubblica». Poi la speranza: «Credo che le istituzio­ni debbano farsi delle domande per ricostituire un legame tra so­cietà civile e istituzioni - spiega il ministro - e occorre ritrovare il collegamento tra cittadini e istitu­zioni, perché è fondamentale per la tenuta della democrazia». Cambierà l’atteggiamento del­l’Abc? Il Pdl, che già sosteneva Monti con il mal di pancia, ha già fatto sapere che il premier dovrà guadagnarsi l’appoggio provvedi­mento dopo provvedimento. Chiarissimo il capo dei senatori pidiellini Maurizio Gasparri: «Questo voto non rafforza il gover­no- ammette- . La tendenza nega­tiva va addebitata a due elementi: chi ha governato in questo tempo di crisi paga un prezzo, come si è visto anche in Spagna, Francia, Grecia e Gran Bretagna; e poi c’è l’appoggio a questo governo che ha una politica punitiva verso il nostro blocco sociale». Quindi nubi in vista:«D’ora in poi valute­remo dove votare e dove non ap­poggiare. Insomma appoggio sì ma staremo più attenti».

Il Pd, dal canto suo, trema nel vedere che nelle urne la sinistra moderata è sconfitta, a tutto van­taggio di quella estrema. E i grilli­ni sono tutt’altro che «montiani». La sinistra radicale rialza la testa in tutt’Europa:in Francia,Melen­chon è schizzato all’11 per cento; mentre in Grecia la falce e martel­lo di Syriza, ha addirittura sorpas­sato i socialisti del Pasok. Ma è proprio lo spettro del caos greco a impensierire il premier. Ad Ate­ne la situazione è rovente per l’avanzata dei partiti estremisti, contrari al piano di salvataggio concordato con la Ue. E la difficol­tà a for­mare un nuovo governo ca­pace di prendere misure impopo­lari potrebbe avere effetti deva­stanti non solo per la Grecia ma per l’Europa intera.Cosa che non piace affatto ai mercati che già ie­ri hanno dato il loro responso: ton­fo della borsa di Atene.

E anche lo spread, il differenziale tra i tassi di interesse dei titoli di Stato italia­ni e quelli tedeschi, non fa dormi­re sonni tranquilli. Ieri è stata alta­lena­pura perché a tratti s’è torna­ti sopra quota 400, per poi chiude­re a 380. Molto peggio i dati relati­vi ai Bonos spagnoli che hanno chiuso in salita a 415.

Lo stato di salute dell’Europa, le regole sulla disciplina di bilan­cio e gli interventi per la crescita saranno i temi caldi sul tavolo del­l’incontro che il premier avrà og­gi con Olli Rehn, commissario Ue agli Affari economici e monetari.

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