Migranti, due mesi per il piano poi il via ai lavori: il governo accelera sui Cpr

I siti da individuare per i Cpr sono quelli facilmente recintabili e sorvegliabili, come le caserme: una volta stilato l'elenco, sarà il Genio militare a realizzarli

Migranti, due mesi per il piano poi il via ai lavori: il governo accelera sui Cpr
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Nei prossimi due mesi, il governo dovrà ultimare il piano per la costruzione di nuovi Centri di permanenza e rimpatrio, come deliberato ieri dal Consiglio dei ministri. Attualmente sono dieci quelli attivi in Italia, nove quelli in funzione, ma nei piani del ministro degli Interni ne dovrebbe essere attivato almeno uno in ogni regione, quindi si dovranno individuare almeno altrettante strutture entro sessanta giorni. Ma il lavoro del governo è già iniziato in tal senso, proprio a causa della pressione migratoria in aumenti ai confini italiani ed europei meridionali. "Ce lo chiede anche l'Europa", ha spiegato il ministro degli Interni, Matteo Piantedosi.

Con il mandato conferito dal Consiglio dei ministri, ora Viminale e ministero della Difesa lavoreranno assieme, delegando il ruolo operativo al Genio militare. Un giro di vite importante che stabilisce regole e sistemi nuovi di gestione per i migranti che non possiedono i requisiti per ottenere l'asilo e per quelli che commettono reati, oltre all'ingresso irregolare in territorio italiano. I nuovi Cpr dovrebbero sorgere in zone "scarsamente popolate e facilmente sorvegliabili", ha spiegato ancora il ministro Piantedosi. I siti saranno considerati di interesse nazionale per la sicurezza e verranno scelti tra caserme dismesse, ma non solo. Una volta fatta la scelta, il Genio militare si muoverà per il rapido allestimento. Il presidio dei centri non coinvolgerà invece le forze armate, ma soltanto quelle di polizia.

"I nuovi Cpr sono fondamentali per fronteggiare clandestini e delinquenti. Mi auguro che a sinistra non facciano le barricate per ostacolare il governo e difendere l'illegalità", ha dichiarato Matteo Salvini, che conferma il "massimo sostegno" al ministro dell'Interno Matteo Piantedosi. "Avanti tutta per le espulsioni, anche tagliando la burocrazia per limitare troppi ricorsi inutili e velocizzare i rimpatri", aggiunge. Intanto i governatori di sinistra stanno già protestando e sono pronti a intralciare il piano del governo, come Eugenio Giani, che ha annunciato che non darà l'ok per la realizzazione in Toscana.

I Cpr attivi in Italia sono tutti funzionanti eccetto quello di Torino, attualmente chiuso perché in ristrutturazione dopo gli atti di vandalismo e i danneggiamenti, compresi gli incendi, appiccati dai migranti. I nove operativi sono distribuiti in sette regioni: Puglia, Sicilia, Lazio, Basilicata, Friuli Venezia-Giulia, Sardegna e Lombardia. In totale, i Cpr hanno un'attuale capienza di 619 posti. Nel complesso, non c'è un sovraccarico, visto che ci sono al momento sono 592 nei diversi Cpr, di cui 587 uomini e cinque donne, tutte detenute nel centro di Ponte Galeria di Roma, l'unico che ora ha una sezione femminile. Nella struttura di Trapani se ne contano 110 su totali 108, a Roma 115 su 117 posti complessivi.

Bari è al completo con tutti i 54 posti occupati, Brindisi ne ospita 13 su 14 posti. A Caltanisetta ce ne sono 35 su un massimo di 36, a Potenza 86 su un totale di 92 posti. A Gradisca sono 89 su 100, A Macomer 45 su 50 e a Milano 45 su 48.

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