I leader del centrodestra si sono ritrovati questo pomeriggio al teatro Team di Bari a sostegno del candidato alla Presidenza della Puglia Luigi Lobuono, in vista delle Regionali. L'edificio è stato riempito e molte persone sono dovute rimanere all'esterno, e per loro nel parcheggio sono stati allestiti due maxischermi che trasmetteranno gli interventi. Tanti i temi trattati sul palco, dai migranti alla manovra. "Grazie davvero di questa accoglienza, grazie di questo entusiasmo che per noi, diciamo, è molto importante. Vi voglio bene", ha dichiarato la premier Giorgia Meloni.
"Noi siamo qui per vincere le elezioni, siamo consapevoli che non è una battaglia facile, io l'ho intrapresa con lo spirito battagliero dell'imprenditore. Ovunque vado dai cittadini sento una forte richiesta di cambiamento ed è stimolo ad andare avanti sempre con maggiore forza. Io ho accettato con un unico paletto, vi chiedo che per la prima volta dopo tanti anni il centrodestra si presenti compatto e unito come vedo che sta facendo", ha dichiarato il candidato Lobuono rivolgendosi ai leader. Un assist che Meloni ha accolto ribadendo che il centrodestra "non è un'alleanza innaturale tenuta insieme dalla colla scadente dell'interesse, non è un sistema di potere consolidato, che cerca di vendersi come una proposta nuova semplicemente per perpetuarsi. E forse non è neanche solo una squadra, è una comunità. È una comunità di persone, è una comunità di idee, è una comunità di visione, è una comunità di persone che stanno insieme per scelta e che sono orgogliose di battersi l'una al fianco dell'altra con la stessa determinazione da trent'anni". La replica di Maurizio Lupi di Noi Moderati è stata una conferma in questo senso: "Per il centrodestra lo stare insieme è un valore, è una storia, sono fatti e concretezze. Quando vinci e quando perdi". Matteo Salvini ha scherzando ricordando che "siamo stati un po’ litigiosetti in Puglia. Lobuono non è uno showman, è una persona seria. Vince chi vota e chi sceglie".
L'obiettivo del centrodestra con Lobuono, ha aggiunto Meloni, è vincere. "Il declino non è un destino, ma è una scelta. Perché ribaltare il declino è una scelta. Perché crederci davvero è una scelta. Perché avere il coraggio di non farsi imporre limiti dagli altri è una scelta. E in democrazia quella scelta la fate voi. Lo dovete ricordare sempre. Siete voi che decidete con il vostro voto un futuro, che non è mai scritto in partenza", ha detto il premier rivolgendosi alla platea. "Siamo tanti stasera. Però io sono certa - ha aggiunto - che saremo ancora di più, che sarete ancora di più nei prossimi giorni, nelle prossime settimane, in ogni piazza, in ogni quartiere, in ogni città a raccontare la sfida di Luigi Lobuono e a raccontare la sfida del centrodestra: una sfida che noi puntiamo a vincere. Perché non abbiamo paura di nessuno"
Il ministro degli Esteri Antonio Tajani, invece, ha voluto sottolineare che "il sistema della sinistra è gli amici e degli amici, le clientele. Non sono giustizialista, non voglio speculare, ma abbiamo visto come funzionava al Comune di Bari con gli amici degli amici, ma senza nessuna prospettiva di crescita. Soltanto gestione del potere e basta". Per il titolare della Farnesina "abbiamo tutti il sogno di avere una Puglia diversa, moderna, che guarda avanti, dove la sanità funziona e dove c’è lavoro. L’alternativa è fra chi vuole continuare e chi vuole cambiare. Emiliano e Decaro sono la stessa cosa, erano una coppia di fatto politica, l’imprinting è quello". Sulla Manovra, che è uno dei temi caldi, il presidente del Consiglio ha respinto con forza la lezione che la sinistra vuole dare sulla "equità" perché, ha spiegato, "Abbiamo fatto la manovra per aiutare i più fragili, i redditi più bassi e il ceto medio. E abbiamo chiesto per farlo un contributo alle banche. Ci parlano di equità loro che prendevano i soldi dai lavoratori per darli alle banche. Lezioni da questa gente anche no, signori".
Salvini ha poi risposto a una persona che dal pubblico ha invocato il Ponte sullo Stretto di Messina, ha sottolineato che "se me lo faranno fare, darà lavoro a tantissimi ragazzi pugliesi". Partendo dal Ponte, ha poi ricordato che "nonostante la sinistra dica dei no, sono dei professionisti del no, questo ministero, questo ministro e questo governo ha 10 miliardi di cantieri aperti in Puglia. Da una parte c’è chi chiacchiera, dall’altra parte c’è chi fa". Ovviamente unpassaggio è stato dedicato anche alla riforma della Giustizia perché, ha detto il titolare del Mit, "fondamentale che vinca il Sì al referendum sulla giustizia, troppi italiani sono ingiustamente in galera e i giudici che sbagliano non pagano mai". Sul tema è voluta intervenire anche Meloni nel corso del suo intervento, rispondendo alle opposizioni che dicono "votate no al referendum per mandare a casa la Meloni. Ma signori, mettetevi l'anima in pace, la Meloni insieme al governo arrivano alla fine della legislatura e poi chiedono agli italiani di essere giudicati sul totale del loro lavoro. Alla Meloni a casa ce la possono mandare solo gli italiani, signori. Una cosa alla quale la sinistra non è abituata, la democrazia". Nella riforma della Giustizia, ha aggiunto, ci sono "norme di buonsenso per cui veniamo accusati di qualsiasi nefandezza, di volere i pieni poteri, di assoggettare la magistratura alla politica... Ma non sopportano che facciamo il contrario: togliamo il controllo dalla politica, e questo alla sinistra non va giù. Noi vogliamo una magistratura che sia libera, non controllata da nessuno. E sono certa che migliaia di magistrati nel segreto dell'urna voteranno a favore. Anche molti esponenti di sinistra".
Non sono mancate critiche nemmeno per l'Unione europea, soprattutto per quanto riguarda i migranti, perché secondo Salvini l'Ue "sta permettendo a troppi migranti soprattutto islamici di entrare nel nostro Paese e di distruggere il nostro tessuto valoriale e sociale. Il problema è pretendere che chi arriva a Bari rispetti la nostra cultura, la nostra religione, la nostra Costituzione. Quelli che non sono disposti a farlo, cristianamente e generosamente fuori dalle palle". Poi un ammonimento: "Si avvicina il Natale: se qualcuno si azzarda a dire 'togliete il presepe e il crocifisso', guai a voi. Diamo rispetto ma pretendiamo rispetto". Da Tajani è invece arrivato un invito alla coerenza per la Cgil, chiedendo che si fermi "l'odio nei confronti di chi guadagna, noi vogliamo stipendi più ricchi, non più poveri. La Cgil non firma più alcun contratto, sempre contro quando il bravissimo ministro Zangrillo ha firmato i rinnovi. La Cgil lo ha fatto per andare contro il governo, ma un sindacato non deve stare dalla parte di un partito, deve stare dalla parte dei lavoratori". Tajani poi poi si è detto fiero "di essere parte di una maggioranza che con questa manovra aiuta il ceto medio. L’Italia che produce, che non parla, che non va alle manifestazioni dei sindacati per allungare il fine settimana, che crede nel sindacato, ma non il sindacato per far fare carriera ai sindacalisti, per far diventare Landini segretario futuro del Pd".
Sulla Manovra è stata anche Meloni a criticare la Cgil, sottolineando che sono state messe misure "sui rinnovi contrattuali, che voleva la Cgil, e la Cgil cosa fa? Sciopero generale, di venerdì. Non sia mai che la rivoluzione la facciamo di martedì, a dimostrazione che i diritti dei lavoratori non sono prioritari per alcuni".
Mentre Salvini ha criticato la posizione di Landini sulla patrimoniale, sottolineando che "vuole tassare i ricchi, per lui sono ricchi anche 2.000 e 3.000 euro. Penso che Landini abbia difficoltà a conoscere il mondo del lavoro".