A Milano torna il "patentino antifascista" per manifestare. La Russa: "Roba da soviet"

La proposta di ampliare i provvedimenti già in vigore a Milano arriva dal Muncipio 5 per "contrastare l'agibilità politica di associazioni, movimenti, organizzazioni e partiti neofascisti"

A Milano torna il "patentino antifascista" per manifestare. La Russa: "Roba da soviet"
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La deriva ideologica della sinistra italiana sta raggiungendo picchi sempre più alti, o bassi, a seconda dei punti di vista. A Milano, città dalle enormi problematiche, il Municipio 5 ha pensato di proporre al sindaco Beppe Sala un "patentino antifascista" per chi volesse richiedere il suolo pubblico. Il che significa che per qualunque banchetto politico si dovà firmare un documento in cui si dichiara di rispettare la Costituzione repubblicana e antifascista. A sinistra l'antifascismo sembra essere diventata una vera e propria ossessione e la richiesta che è stata avanzata al sindaco, che per il momento preferisce tacere, è quella di estendere due provvedimenti che sono già in vigore a Milano, per cui chi vuole partecipare a bandi per avere spazi del Comune o organizzare eventi in spazi comunali deve dichiarare di aderire ai valori costituzionali e di antifascismo.

La giunta del municipio, a guida sinistra, ha già dato il proprio voto positivo e si chiede un confronto con gli assessorati competenti del Comune, "perché individuino le forme e le modalità più efficaci per contrastare l'agibilità politica di associazioni, movimenti, organizzazioni e partiti neofascisti". Ma quali sono questi gruppi indicati in maniera così aleatoria? Non vengono specificati ma non si fa alcun riferimento ai gruppi estremisti di estrema sinistra, di estrazione dichiaratamente antidemocratica, che tra centri sociali e affini popolano le aree milanesi. La proposta arriva con le tempistiche perfette per contrastare la presunta manifestazione Remigration summit, che da Milano si sarebbe spostata nel varesotto. "Ci sembra importante in un momento come questo dopo i fatti del 25 aprile, le commemorazioni squadriste, la follia del Remigration. Ci vuole chiarezza da parte del governo e dei ministri che mettono tutto sullo stesso piano e minimizzano. Ma questo non aiuta a diminuire l’odio, anzi produce contraccolpi sulla cittadinanza", ha dichiarato al Corriere sella sera il presidente del Municipio, Natale Carapellese. Non è chiaro a quali fatti del 25 aprile si riferisca, forse ai dichiarati antifascisti che hanno cercato di impedire la partecipazione dello spezzone della Brigata ebraica a Milano? Oppure ai pro Pal che hanno provato a fermare il carro del Pd e a mettersi in testa al corteo.

La replica di Ignazio La Russa non ha tardato ad arrivare. Il presidente del Senato ha voluto ricordare al Pd che "in qualunque normativa del mondo vengono punite le azioni o le parole. Non i pensieri. Non si trasformi Milano in un soviet comunista. Se si trattasse di una semplice dichiarazione di adesione alla Costituzione potrei capirlo. Però dovrebbe riguardare tutti gli articoli della Costituzione. Non so come la metterebbero per chi non ha rispetto delle donne o per altri principi sanciti dalla Carta".

E vista l'aria che sta tirando, il presidente La Russa ha concluso: "Siccome queste cose le fanno utilizzando arbitrariamente il piccolo potere che hanno, se il provvedimento diventerà operativo solleciterò la richiesta di un banchetto. E se gliela negano in assenza di una dichiarazione che a loro fa comodo e non una semplice adesione alla Costituzione, si ricorrerà al Tar".

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