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Minacce alla consigliera anti-Islam

Frasi choc in rete contro la leghista Sardone: «Ti decapitiamo». Lei: «Non ho paura»

Minacce alla consigliera anti-Islam

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«Giuro che ti decapitiamo», «Ti aspettiamo sotto casa tua», «Molestiamo tuo figlio», «Devi bruciare». «Sono alcune delle minacce di morte tra i tanti insulti che ho ricevuto negli ultimi giorni sui social network. Provengono per la maggior parte da giovani ragazzi di origine straniera e probabilmente di seconda generazione». La denuncia è di Silvia Sardone (nel tondo) eurodeputata della Lega, di nuovo nel mirino degli haters.
«Due le cause scatenanti - spiega la commissaria provinciale del Carroccio -: le minacce del trapper Baby Gang di qualche giorno fa e le mie posizioni sul velo islamico. Ovviamente non mi faccio intimorire da queste minacce, ci sono ormai abituata e negli anni ne ho denunciate tante agli organi competenti, da tempo ne ricevo per i miei interventi sull’islamizzazione dell’Europa, sulle moschee abusive, sul velo, sulle donne sottomesse per motivi religiosi». Un paio di settimane fa, infatti, Sardone e il vice presidente del Consiglio e segretario della Lega Matteo Salvini erano finiti nel mirino del trapper milanese, al secolo Zaccaria Mouhib, 22 anni e 2 milioni di follower, condannato a 4 anni e 10 mesi a gennaio per una serie di rapine quando era già in carcere per la sparatoria a Como, e scarcerato a marzo perché secondo il magistrato «ha intrapreso un serio processo di rielaborazione dei propri trascorsi criminosi». «La vostra vita in questa terra non ha senso, dovete morire» aveva scritto in risposta a un video in cui l’eurodeputata, esaminando i disordini in Francia, spiegava che all’origine delle violenze non c’era l’uccisione del diciassettenne Nahel da parte di un poliziotto, ma il fatto che non fosse stato fatto nulla per arginare immigrazione e islamizzazione in Francia. O meglio che «assistiamo alle seconde generazioni islamiche che alzano la testa per ribellarsi con odio verso una cultura occidentale che noi dobbiamo assolutamente difendere».
«Questa volta si è aggiunto anche un odio nato dal sostegno di tanti giovani verso il “cattivo maestro” Baby Gang e le sue farneticanti accuse. Non sono metodi che possono mettermi paura - assicura -. Continuerò a dire chiaramente che il velo islamico non è simbolo di libertà ma di sottomissione, che le moschee abusive vanno chiuse, che l’islamizzazione in Europa è un pericolo, che anche nelle nostre periferie si stanno creando ghetti che, possono diventare simili ad alcune aree di Francia e Belgio». Questo finché si tratta di sé, ma a preoccupare Sardone è l’incolumità dei due figli, che conoscono le minacce indirizzate alla madre. «È stato mio figlio, tramite la segnalazione di un amico, ad avvertirmi del video di Baby Gang perchè l’ha visto sui social.
Non solo, oggi mi ha chiesto se qualcuno lo guarda all’uscita di scuola».
L’europarlamentare ha annunciato che anche questa volta farà denuncia, ma con scarsa fiducia negli esiti: «Sono denunce articolate e complesse che richiedono un paio di giorni di lavoro - spiega - e che finiscono spesso nel nulla, finchè un giorno non succederà un fatto...
Per una era stata proposta l’archiviazione, perchè l’autore delle minacce si era detto pentito e mi sono dovuta opporre. Colpisce il senso di impunità di questi ragazzi di seconda generazione che alimentano l’odio verso chi difende i nostri valori, la libertà e la rivendicazione di voler vivere “all’occidentale”».


Ma l’aspetto che forse colpisce maggiormente è che nessuno, fatta eccezione per Matteo Salvini, abbia condannato le minacce e soprattutto espresso solidarietà verso l’eurodeputata e la sua famiglia.

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