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Il ministro Barca firma per le coppie di fatto ma dimentica i tagli agli sprechi della casta

Il ministro firma i referendum per riconoscere le coppie di fatto e istituire il registro dei testamenti biologici, ma non si esprime sulla riduzione dei costi di Roma Capitale

Tra i tre “si” che questa mattina il ministro per la Coesione territoriale, Fabrizio Barca, ha scelto di dire con forza, firmando alcuni quesiti del referendum promossi dal “Comitato Roma Si Muove”, rimane un grande forse. Il ministro, infatti, ha firmato per il riconoscimento delle coppie di fatto, per l’istituzione di un registro comunale dei testamenti biologici e per un piano straordinario per lo stop al consumo del territorio ma ha scelto di non esprimersi sulla riduzione dei costi dell’amministrazione di Roma Capitale.

“Ho deciso di sfidare il caldo per tre ragioni - ha spiegato Barca subito dopo la firma dei quesiti referendari - per il suolo perché, come cittadino romano ma anche come persona che gira il paese, trovo stridente il contrasto tra l'occupazione del suolo e la quantità di edifici vuoti, non utilizzati e che rischiano di diventare dei ruderi; per quanto riguarda il testamento biologico perché ho visto persone nella fase terminale della vita che non riescono ad esprimere e a veder realizzate le loro volontà, circa le decisioni che riguardano l'ultimo tratto della loro esistenza. Sulle famiglie di fatto perché sono attorno a noi ovunque - ha proseguito - visibili, situazioni di persone che convivono con affetto e non riescono a beneficiare degli stessi diritti delle famiglie unite in matrimonio ne' in vita e talora neanche in morte''.

E i costi della politica? ll quesito numero 8 del Referendum che il ministro non ha firmato verte infatti proprio su questo tema. Come si può leggere anche sul sito di “Roma SI muove”, il testo recita: “Volete voi che Roma capitale adotti tutti gli atti e i provvedimenti necessari ad ottenere una riduzione dei i costi dell’apparato amministrativo attraverso l’abolizione dei consigli di amministrazione delle società al 100% di Roma Capitale e il conferimento delle funzioni a un Amministratore unico?” Purtroppo su questo punto interrogativo rimane un alone di silenzio. Che si tratti semplicemente di una gaffe? Essendo un tema che ci sta molto a cuore abbiamo seguito il ministro che aveva già lasciato il banchetto di “Roma SI muove” per sincerarci che l’informazione fosse esatta. “Ministro lei ha firmato il quesito sulla riduzione dei costi?” A questo punto l’ufficio stampa di Barca mi ha guardata con una faccia interrogativa e mi ha chiesto: “C’era un quesito sulla riduzione dei costi?”. Ho puntato il dito sul testo del foglietto informativo e le ho risposto: "Sì, c’è scritto 'ridurre i costi dell’apparato amministrativo azzerando i consigli di amministrazione delle municipalizzate: meno poltrone da spartirsi, risparmiando milioni di euro l’anno'".

Certo che dal ministro che ha fatto della “trasparenza” degli investimenti dello Stato il suo motto e che ha promosso iniziative come “Opencoesione” ci aspettavamo una risposta chiara e determinata su un tema tanto delicato come quello dei costi della politica.

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