Roma «Misure di sicurezza, a carico dello Stato. Così pochi mesi fa si è provveduto a blindare la villa sull'Appia Antica del ministro della Giustizia Paola Severino». La rivelazione è firmata dal settimanale l'Espresso che dà conto dei lavori di Stato avvenuti dentro l'abitazione del Guardasigilli del governo Monti. Una prassi, in realtà, consolidata e indipendente dalla volontà dei ministri di turno, ma che colpisce per i costi che inevitabilmente ricadono sulle casse dello Stato, oltretutto per mandati di breve durata come quello della Severino.
«Pochi mesi fa - racconta il settimanale - si è provveduto a blindare la villa del ministro della Giustizia Paola Severino. Nella dimora sull'Appia Antica, con parco e piscina, è stato installato un impianto di videosorveglianza, costato circa 150mila euro. Inoltre per migliorare la protezione della tenuta sono stati realizzati altri interventi, come le vetrate corazzate: la spesa complessiva a carico della presidenza del Consiglio pare sia stata di poco inferiore ai 400mila euro. Il tutto deciso e completato nonostante mancasse una manciata di mesi alla scadenza della legislatura e dell'esecutivo tecnico». «Il Guardasigilli - aggiunge l'Espresso - è di certo una delle figure più esposte del governo, ma anche quella che ha denunciato i redditi più alti grazie alla sua attività di avvocato: 7 milioni di euro l'anno. Solo la villa ha un valore stimato in 10 milioni, adesso migliorato dall'antifurto a carico dei contribuenti».
La replica del ministro arriva puntuale, a stretto giro di posta. «Il provvedimento che ha disposto le misure di sicurezza nella mia abitazione è stato assunto, in totale autonomia e senza alcun mio intervento, dopo una lunga istruttoria, il 28 giugno 2012, dal direttore dell'Ucis (Ufficio centrale interforze per la sicurezza personale), essendo io sottoposta a livello di sicurezza 1, il massimo previsto». «La tipologia di intervento mi è stata imposta senza che io potessi in alcun modo interferire, se non dando indicazioni di scegliere il preventivo meno costoso. Dalle uniche verifiche ex post a me accessibili ho constatato che la spesa autorizzata era di circa 141mila euro».
«Altre spese necessarie per completare gli interventi sono state da me personalmente sostenute», aggiunge. «La mia costante attenzione al tema delle spese è testimoniata dai miei numerosi interventi in materia di limitazione delle scorte presso il ministero (diminuite di 81 unità) e del periodo di scorta per gli ex ministri (passata da un anno a tre mesi), oltre che dal continuo controllo sugli straordinari delle scorte al ministero (con un risparmio, dal primo marzo al 31 dicembre 2012, di 16.149 ore), e per i soggiorni in missione». «Quando gli organi competenti mi diranno che le esigenze di sicurezza sono cessate, non avrò problemi nel restituire apparecchiature che potranno essere utilizzati per la protezione di altri».
«Infine - conclude -, a proposito del mio reddito 2010, nuovamente riportato
dal settimanale, ho già avuto modo di precisare che dei 7 milioni sono oltre 4 quelli versati in tasse. Con una minima parte di essi lo Stato ha evidentemente provveduto a interessi pubblici quali la tutela di un ministro».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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