MONTI D'ABRUZZOVi auguro mezz'ora a Campo Imperatore

Sui vecchi sussidiari questo luogo fantastico e defilato era chiamato Abruzzo-e-Molise, insieme, senza distinzioni e separazioni, come effettivamente il creatore li ha designati e disegnati. Gran Sasso e Maiella la spina dorsale, attorno tutti i colori della meraviglia: blu mare, azzurro cielo, grigio roccia, verde campagna.
Non sono posti per dandy e mondani professionali, non sono borghi per strusci chic e vetrine del lusso. Questa è un'altra idea di vita e di vacanza, è l'approdo per chi fa rima con riposo, contemplazione, salute. Per chi guardando il paesaggio guarda un po' anche se stesso. Qui non si recita e non si esibisce, semplicemente si torna ad essere, gustando i fondamentali della giusta esistenza, sapori, colori, atmosfere. A prezzi taglio umano, tra gente vera.
Consiglio d'amico per una settimana (ma si può fare anche in quattro giorni): rientrare dall'Adriatico risalendo la valle del Biferno, sosta a Guardialfiera (avito borgo di Jovine), quindi passare da Campobasso e catapultarsi verso nord, con l'idea di perdersi.

Chi invece ha bisogno di un itinerario cerchi la piana di Roccaraso, poi Sulmona, se c'è tempo puntata a Scanno, quindi l'Aquila (ora un malinconico pellegrinaggio), per finire a Teramo.
Prima di raggiungere il traguardo, però, auguro a tutti mezz'ora a Campo Imperatore: il posto italiano dove si ascolta il più soave suono del silenzio.

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