Monti ha fallito

Piazza Affari sotto attacco, perde il 4,38%. Meno male che il vertice Ue era stato un successo. Ora Berlusconi vuole chiarimenti dal Colle: costretto a lasciare per niente

Quando i professori devono passare dalla teoria alla pratica diventano comuni scolaretti. Un conto è ponti­ficare in convegni, salotti, scrivere editoriali dotti sui giornaloni ami­ci, altro è risolvere i problemi. Così, nonostan­te le assicurazioni di Napolitano e la gran cassa suonata per mesi dai giornaloni medesimi, og­gi ci ritroviamo con lo spread sopra i 500 punti e la Borsa ai minimi storici (ieri-4 e passa per cen­to). Non era necessario essere laureati alla Boc­coni per capire che aumentare le tasse e non ta­gliare drasticamente e subito le spese era un’operazione suicida. Non bisogna essere fi­ni diplomatici per sostenere che solo mettendo con forza sul tavolo europeo le condizioni della permanenza dell’Italia nell’Euro, la Germania e la Bce sarebbero scese a più miti consigli. Monti si è fidato della Merkel e ha fallito. Die­ci giorni fa convocò a Bruxelles, dopo una notte di trattative, una conferenza stampa per annun­ciare una sua vittoria a tutto campo: ombrelli salva Stati e salva banche. Ombrelli bucati, ave­vamo scritto all’indomani. Ci era bastato vede­re la faccia della Merkel per capire che di bufala si trattava. Purtroppo avevamo ragione e oggi ne abbiamo la prova. Monti, un po’ vigliaccamente, incolpa di tut­to questo una presunta instabilità politica. Pro­prio lui, che gode di una maggioranza parla­mentare bulgara sia pure anomala. Se invece si riferisce al fatto che tra pochi mesi si andrà a vo­tare, beh, questo si chiama democrazia e a mio avviso spaventa i mercati meno di un governo, il suo, che con lo spread a 500 decide di pagare a vita 600mila euro l’anno al nuovo direttore ge­nerale Rai che, come noto, è una carica a tem­po. Per dirla alla generale Diaz,l’esercito di tecni­ci e opinionisti che avevano disceso le valli del­la politica con orgogliosa sicurezza rischiano di risalirle in disordine e senza speranza. Non ce ne compiacciamo, vogliamo ancora che Monti eviti la Caporetto sua e nostra. Ma per far­lo serve un chiarimento rapido in Parlamento e forse anche più in alto.

Il problema del Paese non erano Berlusconi e il centrodestra. Chissà se potranno essere la soluzione, magari passan­do attraverso una riforma che ci porti in una Re­pubblica presidenziale e quindi gestibile.

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