Siamo tutti d'accordo, perbacco, che la corruzione sia un cancro da debellare. E siamo tutti stupiti nel constatare che i corrotti di ieri sono i corrotti di oggi, i quali, incuranti delle leggi dello Stato e delle leggi morali, non hanno mai smesso di rubare alla collettività, nonostante l'inchiesta cosiddetta Mani pulite avesse messo loro le manette ai polsi. Non possiamo che concludere: 20 anni di propagandata lotta alle malversazioni non sono serviti a niente, se è vero come è vero - stando alle notizie - che nulla è cambiato in materia di disonestà pubblica e privata.
Un motivo ci sarà, anche se per noi è difficile trovarlo, essendo inesperti di furti. Tuttavia non ci sfugge il fatto che le tangenti non abbiano uno specifico colore politico: non sono né di destra né di sinistra, ma circolano in ogni partito nell'indifferenza dei leader, e dei sottoleader, come se la corruzione fosse formalmente condannata da chiunque e da chiunque tollerata, nella convinzione che sottrarre denaro ai cittadini sia lecito, un piccolo peccato da perdonarsi perché inevitabile ai fini della governabilità. In effetti - e questo è il punto - analizzando le carte dei magistrati, si scopre che le ruberie costituiscono il denominatore comune di qualsiasi maggioranza o minoranza. Durante la Prima Repubblica volavano stecche a ogni latitudine dell'arco costituzionale, dal Pci al Pli, senza che nessun partito sentisse l'esigenza di provvedere a far sì che il finanziamento della politica avvenisse legalmente. Dopo il patatrac provocato da Tangentopoli, si sperava che i politici si fossero dati una regolata. Illusione. Lasciamo perdere le grassazioni delle Regioni, ogni dì coinvolte in faccende vergognose ai limiti del grottesco, come la dissipazione di fondi attribuita a consiglieri e assessori in acquisti personali di auto, mutande verdi eccetera. Occupiamoci piuttosto di Expo, manifestazione internazionale organizzata a Milano, che comporta investimenti enormi.
È saltato fuori, per semplificare, che Primo Greganti (progressista) e Gianstefano Frigerio (centrodestra) grattavano sistematicamente, oggi quanto due decenni orsono, per ingrassare se stessi e forse qualcun altro (lo accerteranno gli investigatori). Non rinunciamo a credere nel principio che tutti siano innocenti fino a condanna definitiva. Pertanto, procediamo con i piedi di piombo nella valutazione dei reati loro contestati. Limitiamoci a osservare che, se costoro hanno davvero commesso scorrettezze, ciò è avvenuto anche negli ultimi anni, durante i quali si sono avvicendati a Palazzo Chigi dei premier che col centrodestra c'entravano come i cavoli a merenda: Mario Monti, Enrico Letta e Matteo Renzi. Costoro avevano le fette di salame sugli occhi? Perché non si sono accorti di nulla? Come mai Silvio Berlusconi è estraneo alle recenti sozzerie?
Immaginiamo lo sconcerto del Pd e dei suoi sostenitori. I ladruncoli hanno agito indisturbati mentre governava il principe degli onesti: il senatore a vita e bocconiano Monti, issato sul piedistallo dell'esecutivo da Giorgio Napolitano. Hanno agito indisturbati sotto l'egida di Letta, il più amato dalla Merkel. E hanno seguitato ad agire sotto gli occhioni del rottamatore, alias Matteo Renzi. Allora come si fa a dire che il padre di tutte le corruzioni è l'ex Cavaliere? Ma ci si rende conto almeno della meschinità e della falsità di certe illazioni spacciate per assiomi? I ladri ci sono, eccome se ci sono, ma allignano di qua e di là. Indifferentemente.
Arrestateli, condannateli e amen. Non sfruttiamoli per bassi motivi elettoralistici. Aggiungiamo che la sinistra è peggio della destra: accampa una superiorità etica che in pratica è solo inferiorità perché condita con una dose ripugnante di ipocrisia.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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