Il governo ha i minuti contati: il 18 dicembre il dl sulla stabilità dovrebbe essere approvata al Senato e nei giorni successivi passare a Montecitorio per diventare legge. A quel punto a Mario Monti non resterà che dimettersi, Giogio Napolitano dovrà sciogliere le Camere e indire le elezioni sei mesi prima della scadenza naturale della legislatura. Diverse sono le leggi che rischiano lo stallo in Parlamento.
Il cosiddetto salva-Ilva è quello che rischia di meno: il decreto sui siti di interesse strategico nazionale è in discussione dal 15 dicembre alla Camera e nei giorni successivi arriverà al Senato.È atteso a Montecitorio dal 15 dicembre, per poi passare in Senato. Entro il 18, inoltre, dovrà essere convertito in legge anche il decreto sviluppo bis
Milleproroghe, delega fiscale, decreto salva infrazioni Ue e quello sulla "liquidazione" degli statali, invece, potrebbero essere inglobati nella legge di stabilità.
A rischiare poi sono tutta una serie di provvedimenti "accantonati" o sui quali non c'è accordo, come il secondo decreto sulle semplificazioni che non ha mai iniziato il suo iter alla Camera o il ddl sul pareggio di bilancio. In bilico anche il riordino delle Province, che va convertito in legge entro il 5 gennaio, ma sul quale peserà probabilmente la pregiudiziale di incostituzionalità che chiederà il Pdl.
Restano al palo il ddl diffamazione (bocciato clamorosamente dopo settimane di rimpalli e modifiche), che ricomincerà l'iter non
prima della prossima settimana, e soprattutto la riforma elettorale, su cui da mesi si cerca un'accordo. Le probabilità che si vada al voto con il Porcellumsono ormai molto alte.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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