Monti sotto attacco perde i pezzi e la pazienza

RomaOgni giorno ha la sua pena, il suo insulto, la sua contestazione, il suo litigio. Mario Monti, alla costante ricerca di un equilibrio tra la sobrietà del passato e i veleni del presente, continua la sua campagna elettorale. Sul suo cammino, però, le spine si moltiplicano.
La prima cattiva notizia arriva dal Financial Times che gli riserva una nuova stoccata. «L'entità del crollo del Pil italiano è chiaramente il risultato delle politiche di austerità di Monti, imposte su un'economia già in recessione» scrive Wolfgang Munchau, che già in gennaio aveva espresso giudizi tutt'altro che lusinghieri sul Professore. Secondo l'editorialista tedesco in Italia «un risultato elettorale a sorpresa è possibile in qualsiasi direzione», anche se «il risultato più probabile sarà quello di una litigiosa maggioranza di centrosinistra che rischia la fine dell'ultimo Prodi». Il tutto condito da «un sospetto»: che la destra emerga «come il grande vincitore: sia che Berlusconi ottenga un improbabile trionfo, sia che emerga in una potente opposizione anti-austerità di fronte a un governo fragile e diviso».
Il secondo schiaffo per Monti arriva da un altro professore. Pietro Ichino, infatti, nonostante la sua candidatura al Senato nelle liste montiane, scioglie la riserva e annuncia che voterà Umberto Ambrosoli, alle regionali lombarde. La decisione del giuslavorista segue l'invito al voto disgiunto di altri esponenti montiani come Ilaria Borletti Buitoni. Il tutto malgrado gli appelli del premier uscente, il quale ha più volte chiarito che il suo candidato è Gabriele Albertini.
La dura giornata del Prof, però, non è finita qui. C'è la sonora contestazione che gli riservano alcuni studenti universitari di Cagliari che rivendicano il diritto allo studio. Ma ci sono anche i litigi televisivi, nella trasmissione «L'aria che tira», nella quale polemizza con Oscar Giannino (ospite dopo di lui) che nei giorni scorsi lo aveva accusato di avere «un conflitto di interessi clamoroso». «Lui è l'uomo della Fiat. Si candida per garantire certi interessi del gruppo torinese» aveva detto Giannino. La risposta di Monti è forte. «Se non fossimo in campagna elettorale, e queste cose dovessero essere prese sul serio, partirebbero azioni penali, con l'aggravante di chi essendo persona preparata fa queste affermazioni diffamanti». Peraltro lo stesso Giannino, in occasione di un comizio a Milano, aveva lanciato un altro attacco nei confronti di un candidato montiano, raccontando che un professore associato in una università di una grande città del Sud era stato costretto a rinunciare alla candidatura nella sua lista a causa delle pressioni del suo rettore, candidato con Monti. Un affondo che fa scattare la replica del rettore di Catania, Antonino Recca che invita Giannino ad affermare la totale estraneità della sua università in ordine alla vicenda. Al di là di inciampi e polemiche, Monti prova anche a rilanciare la necessità di un confronto tv con Berlusconi e Bersani. «È troppo facile raccontare senza contraddittorio: non possiamo trattare gli italiani come minorati». L'ultima scivolata è sulle future prospettive parlamentari di Scelta Civica che nelle sue intenzioni potrebbe rappresentare una calamita «acchiappadelusi».

«Ora cerchiamo i voti, più avanti si potrà fare un discorso con i parlamentari». Come dire: se non saranno gli elettori a premiarci, chissà che non possano farlo direttamente gli eletti. Con qualche bel cambio di casacca.

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