Guerra in Israele

"Morte al sionismo". I centri sociali invocano lo sterminio di Israele

La galassia rossa ha trovato un nuovo terreno per scendere in piazza: l'appoggio alla Palestina. Tra i più attivi anche l'Ex Opg Je so pazz caro al giudice Apostolico

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Da oggi a sabato sono previste diverse manifestazioni nel nostro Paese a supporto della Palestina. L'organizzazione dietro questi eventi è di associazioni pro-israeliane supportate dai centri sociali e dai collettivi rossi. Da ieri, infatti, la galassia rossa che si muove tra scuola e università si sta muovendo in maniera compatta e solidale con i centri sociali che stanno sostenendo la Palestina. Si aggiungono a quei "cattivi maestri" che puntano il dito contro la reazione di Israele, che considerano "resistenza" gli attacchi terroristici di Hamas. L'estrema sinistra rossa, però, vede il mondo al contrario e Israele diventa lo Stato terrorista da combattere.

Tra i più attivi nel sostegno a Israele c'è l'Ex Opg Je so pazz, il più noto centro sociale di Napoli. Sono loro ad aver supportato ieri sera il Collettivo auto-organizzato universitario nell'ostensione di una bandiera palestinese fuori dall'università Orientale di Napoli. "Dalle studentesse e dagli studenti dell'Orientale di Napoli, ora e sempre al fianco del popolo palestinese", si legge nel comunicato diramato proprio sulla pagina dell'Ex Opg Je so pazz in collaborazione col collettivo. Certo, ci si potrebbe chiedere se quella bandiera è stata esposta con il consenso di tutti gli studenti o se, invece, si tratti dell'ennesima prepotenza compiuta dai collettivi. Ma la risposta è più che ovvia. Il collettivo è tornato a far parlare di sé in questi giorno dopo che era salito alle cronache per essere stato uno di quelli seguiti dal giudice Iolanda Apostolico, il cui marito è comunque un fermo sostenitore della causa palestinese.

Ma il centro sociale napoletano è anche quello che condivide post che inneggiano all'intifada a oltranza ma basta sfogliare le pagine social di queste organizzazioni per trovare messaggi come quelli. A Milano, per esempio, c'è il collettivo Kasciavit che sta spingendo per la causa palestinese, che porta avanti la narrazione a senso unico, che parla di "genocidio" perpetrato da Israele ma ignora completamente l'uccisione di centinaia di ragazzi durante il rave. E non ci sono tracce nemmeno delle violenze perpetrare da Hamas su donne e anziani. Sempre da Milano arrivano i post di "Lunga marcia", che arriva a ringraziare la Palestina al grido di "morte al sionismo, libertà ai popoli".

E non stupisce che si tratti, come scrivono loro stessi, di un collettivo comunista, come si evince anche dalla falce e dal martello presente nei loro simboli.

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