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"Stop al lavoro oltre i 33°". "Caldo come Covid": il folle botta e risposta dei sindacati

Lunedì nuovo round tra governo e parti sociali. Veronese (Uil): “Stop al lavoro sopra i 33 gradi”. Re David (Cgil): “La situazione è ad alto rischio”

"Stop al lavoro oltre i 33°". "Caldo come Covid": il folle botta e risposta dei sindacati

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“Niente lavoro se fa troppo caldo”. L'ultima folle richiesta dei sindacati

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Giovedì si è tenuto l’incontro tra il governo e i sindacati sull’emergenza caldo, ma le parti si aggiorneranno lunedì prossimo. Al centro del nuovo round la gestione degli ammortizzatori sociali, ma non solo. Cgil, Cisl e Uil hanno messo sul tavolo della ministra Calderone una serie di interventi, molti dei quali prevedono lo stop al lavoro in caso di temperature elevate. Le parti sociali hanno anche posto l’accento sulla necessità di sensibilizzare e informare, utilizzando strumenti informativi come l’Inail.

"La ministra Calderone ha proposto di proseguire il confronto per addivenire a un Protocollo, ma a nostro avviso, in questo caso, non c'è tempo. La situazione è drammaticamente urgente. La Uil ha chiesto un decreto immediato che fermi le attività lì dove si superino i 32/33 gradi", le parole del segretario confederale Ivana Veronese. Invocati interventi immediati e strutturali, soprattutto per determinati settori e mansioni: “Nell'edilizia, nei cantieri stradali, nell'agricoltura, nella logistica con riferimento, in particolare ma non solo, ai rider, dove non si possono attendere le decisioni delle Aziende per concedere alle lavoratrici e ai lavoratori gli ammortizzatori sociali, altrimenti continueranno a verificarsi decessi sul lavoro. E questo non è accettabile”.

Il segretario confederale Uil ha inoltre sottolineato che i datori di lavoro hanno l’obbligo di fermare le attività con le alte temperature anche negli ambienti chiusi, per fare ricorso agli ammortizzatori sociali. Tra le proposte, la possibilità di modificare l’organizzazione del lavoro e gli orari. E ancora: “Serve una sorveglianza sanitaria attenta alle condizioni di salute di base delle lavoratrici e lavoratori che potrebbero veder aggravate, velocemente e con grandi rischi, patologie già esistenti”.

L’emergenza caldo va affrontata con interventi immediatamente operativi, è la linea dei sindacati, che chiedono l’individuazione di misure strutturali “perché il riscaldamento climatico non è un evento eccezionale”. Francesca Re David, leader Cgil, ha analizzato così il vertice con il governo: "La cassa integrazione per temperature elevate va resa immediatamente fruibile e - prosegue Re David - gli interventi devono essere immediatamente efficaci, come deve essere vincolante l'interruzione delle attività quando non ci sono le condizioni, altrimenti non si affronta l'emergenza. Vedremo nell'incontro annunciato per lunedì prossimo se ci sarà risposta alle esigenza di tempestività". Re David ha aggiunto: "Inoltre, la ministra ha dato particolare valore all'utilizzo dello smart working che però non riguarda le categorie di lavoratori più esposti. Per noi restano fondamentali, oltre all'intervento normativo, le misure da concordare nelle aziende con i sindacati in merito all'organizzazione del lavoro e sulla verifica di tutti i dispositive da mettere a disposizione dei lavoratori, gratuitamente, indipendentemente dal tipo di rapporto di lavoro".

Un protocollo tra associazioni datoriali e sindacati come ai tempi del Covid, è la proposta di Confindustria “per consentire di avere soluzioni straordinarie in questo periodo che possano coprire tutta la platea dei lavoratori”. Interpellato da Sky Tg24, il presidente Carlo Bonomi ha spiegato: "Stiamo parlando anche di un qualcosa di particolare su smart working e quindi allargare di nuovo la possibilità di ricorrere a questa tipologia di lavoro in modo da consentire ai lavoratori di non spostarsi a rimanere presso le proprie abitazioni".

Il numero uno degli industriali ha rimarcato che "ci sono una serie di soluzioni tra cui quella della cassa integrazione anche per i lavori ovviamente più impattati da questa ondata di calore": "Pensare di dover mettere a rischio la propria vita perché si va al lavoro è qualche cosa che deve far riflettere tutti, non è un tema solo dell'associazione datoriale è un tema dei sindacati, è un tema del governo".

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