Il governo prova a disinnescare la «bomba De Luca». Il governatore della Campania, dopo la marcia su Roma di sabato scorso e le tensioni in piazza, non fa passi indietro.
Anzi rilancia: «Leggo che sui giornali i titoli sono per il mio insulto alla Meloni. Il vero insulto lo ha fatto questo Governo, bloccando per un anno e mezzo i fondi Fsc che servono al Sud per ridurre il divario con il Nord. L'insulto è quello di non aver fatto trovare nessuno e non aver dato risposte a 200 sindaci e migliaia di cittadini italiani» dice De Luca.
L’obiettivo dello sceriffo campano è chiaro: organizzare un fronte del Sud con lui al timone. De Luca vuole usare le piazze contro l’Autonomia per costruire la sua leadership. Nella maggioranza c’è, chi come il capogruppo di FI Maurizio Gasparri, usa il bastone contro il presidente della Regione Campania: «De Luca va estromesso dalla Conferenza delle Regioni. L’autonomia si farà e garantirà, grazie a Forza Italia, la coesione di tutta la Penisola». Oppure chi, in Fratelli d’Italia arriva addirittura a ipotizzare le dimissioni di De Luca. Due provocazioni.
Il governo opterà per il dialogo. Non risponderà al fuoco con il fuoco. Anche perché il capogruppo FdI alla Camera Tommaso Foti dà una lettura politica alle azioni del governatore campano: «Questo presunto scippo del Nord verso il Sud fa parte di una ricostruzione utile alla sceneggiata politico-istituzionale di questi giorni. De Luca sta facendo così perché evidentemente vuole forzare la mano al Pd sul terzo mandato». «Non solo: avendo probabilmente compreso che comunque anche se ci fosse il terzo mandato per lui non ci sarebbe la possibilità di beneficiarne - attacca il meloniano - , sta ritagliandosi un suo spazio politico».
Dagli ambienti di maggioranza si continua, inoltre, a battere sul silenzio della Schlein. Al netto della polemica politica, nell’esecutivo si valutano le contromosse da mettere sul terreno per arginare lo sceriffo. «Quella di sabato, si ragiona negli ambienti di governo, è solo la prima manifestazione». Il timore è che si possano ripetere i presidii in piazza. De Luca vuole incendiare la rivolta al Sud. Al governo spetta il compito di spegnerla.
Si agirà su due binari: autonomia e fondi di coesione. Dopo il muro contro muro, il ministro per gli Affari Ue Raffaele Fitto, con delega al Pnrr, dovrebbe aprire, attraverso l’Anci (non con De Luca), un canale di dialogo con i sindaci campani. In quest’ottica giocherà un ruolo centrale di mediazione il presidente nazionale dell’Anci Antonio Decaro, pugliese come Fitto. L’idea è quella di superare i contenziosi al momento pendenti e sbloccare la spesa dei fondi Ue per i Comuni della Campania. L’altra partita si gioca a Palazzo Chigi.
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