Mps, sequestrati 40 milioni, accuse al controllore di area Pd

Indagato per ostacolo alla vigilanza Tommaso Di Tanno, presidente del collegio sindacale vicino al partito di Bersani. E la Gdf trova il tesoro della banda del 5%

Non solo Mussari e Vigni. Tra gli indagati dalla procura di Siena per il caso Mps ci sono anche i sindaci della banca nel 2008. E soprattutto c'è Tommaso Di Tanno, ex presidente del collegio sindacale della banca, l'organo di controllo interno, che già a maggio era finito nel mirino dei magistrati toscani che, come si legge nel decreto di perquisizione del maggio 2012, avevano chiesto (e ottenuto dal gip) di frugare nelle case, negli uffici e nelle automobili dell'avvocato tributarista. Iscritto nel registro degli indagati, insieme agli altri due ex componenti del collegio sindacale, per «ostacolo alle funzioni delle autorità pubbliche di vigilanza». Di Tanno, in concorso con i due colleghi, «nella comunicazione inviata il 3 ottobre 2008 alla Banca d'Italia – spiega il pm nel decreto di perquisizione – (...) concernente l'operazione di rafforzamento patrimoniale collegata all'acquisizione di banca Antonveneta riguardante l'aumento di capitale di 1 miliardo riservato a JP Morgan (...), per ostacolare l'esercizio delle funzioni di vigilanza esponeva fatti materiali non rispondenti al vero (ancorché oggetto di valutazioni) sulla situazione patrimoniale della Banca Mps».

LE «NON VERITÀ»
Il passaggio che secondo il pm è menzognero in quella comunicazione di Di Tanno a Bankitalia è quello in cui si dice che l'operazione Antonveneta realizzava «nel suo complesso il pieno e definitivo trasferimento a terzi del rischio d'impresa per quanto attiene sia al capitale, sia alla remunerazione annuale, replicando quindi gli effetti economici delle azioni». Un dettaglio falso secondo gli investigatori, anche perché buona parte dei Fresh erano finiti nella pancia della Fondazione Mps. Così il pm Antonino Nastasi ha spedito le fiamme gialle da Di Tanno, alla ricerca di «documenti cartacei o informatici» sull'operazione Antonveneta e all'aumento di capitale del 2008. Di Tanno è un fiscalista molto noto, un professionista indipendente, seppure riferibile all'area Pd (nelle scorse settimane ha organizzato nel suo studio un incontro con la presenza del responsabile economico Pd, Stefano Fassina).

VIGNI
Sempre sul fronte del deal che portò Mps a comprarsi la banca del Nord Est, ieri è toccato all'ex direttore generale di Mps, Antonio Vigni, essere interrogato dai pm. Come scritto ieri dal Giornale, Vigni è indagato per falso in prospetto, manipolazione del mercato e ostacolo all'autorità di vigilanza relativamente a una serie di episodi, in concorso con Mussari per le prime due ipotesi di reato, con Daniele Pirondini e Mario Morelli per l'ultima. Vigni è rimasto con i pm per otto ore. Si è difeso minimizzando il suo ruolo («mi occupavo solo del commerciale»), scaricando le responsabilità sull'ex presidente e sull'ex responsabile Finanza, Gianluca Baldassarri. Ma i pm gli hanno contestato tra l'altro le lettere «menzognere», dirette anche a Bankitalia, che portano la sua firma.

SOTTO CHIAVE
Proprio Baldassarri, intanto, tirato in ballo dal banchiere-superteste Antonio Rizzo a proposito della «banda del 5%», sarebbe ancora all'estero, ma non «irreperibile» («solo fuori sede» spiega il suo legale), perché gli inquirenti saprebbero dove si trova. Di sicuro sanno dove sono i suoi soldi. Ieri la Gdf ha eseguito cinque sequestri per 40 milioni di euro tra contanti e titoli presso diverse banche e fiduciarie. Soldi scudati, riferibili probabilmente a più persone. Una delle quali appunto Baldassarri. Sarebbero quasi 20 i milioni riferibili a lui e oggetto di sequestro. Un'altra decina, invece, riguarderebbero Alessandro Toccafondi, all'epoca suo vice in Mps.

IL SUMMIT SEGRETO DEI PM
Questa mattina, in una caserma della finanza a Roma, incontro top secret fra i pm senesi e quelli romani per fare il punto delle indagini e valutare profili di competenza, sui quali anche la procura di Milano stra provando ad avocarla a sé.

IL COMUNE NEL MIRINO
Anche la politica (locale) targata Pd rischia. Gli ispettori del Tesoro hanno iniziato a spulciare i bilanci del Comune di Siena dal 2004 al 2012. E se le rassicurazioni sono scontate («controlli ordinari») in tanti tremano.

“È stata disposta l’archiviazione del procedimento contro il prof. Tommaso Di Tanno, ex presidente del collegio sindacale di Mps.

Il Tribunale di Roma ha accolto la richiesta di archiviazione della Procura di Roma, e quindi la tesi degli avvocati Luigi Arturo Bianchi e Oliviero de Carolis, secondo i quali ai sindaci venne semplicemente (e dolosamente) nascosta una parte decisiva della documentazione dell'operazione Fresh con cui Mps finanziò l'acquisizione di Antonveneta.Sui fatti in questione pende ancora, invece, il procedimento per alcuni dirigenti Mps che gestirono l'operazione.”

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