Murdoch, Blair rivela: "Chiesi a Prodi l’ok su Mediaset"

L’ex premier ammette che nel ’98 chiamò il capo del governo a Roma per sondare gli umori politici sull’acquisizione del gruppo italiano da parte dello Squalo

Murdoch, Blair rivela: "Chiesi a Prodi  l’ok su Mediaset"

Ecco come si doma «la bestia fe­roce », cioè i media. Più che sul ban­co degli imputati, l’ex premier bri­tannico Tony Blair sembrava in cat­tedra, durante una delle sue strapa­gate conferenze in giro per il mon­do. Cinque ore di fronte alle Com­missione d’inchiesta Leveson, il tri­taca­rne che indaga sugli intrecci av­velenati tra politica e mondo dell’in­formazione nel Regno Unito dopo loscandalosulleintercettazioniille­gali del gruppo Murdoch.

Cinque ore utilizzate dal re dello«spin»-ma­go della comunicazione politica, che nei suoi dieci anni a Downing Street ha gestito meglio di ogni altro i rapporti con i media- per dare una lezionesucomequeidelicatiequili­br­i vanno gestiti e su come lui ha tro­vato la sua strada (vincente). Salvo un fuori programma in cui Mister Blair non si è scomposto nemme­no per un secondo- un contestato­re è entrato in aula dandogli del «cri­minale di guerra» per la decisione di entrare in azione contro l’Irak (ed è la seconda volta, quasi un sipa­rietto obbligato, alla faccia della se­curity, dopo la torta in faccia a Ru­pertMurdoch)- gli«inquisitori»so­no­apparsi studenti affamati a cac­cia di retroscena e strategie dal lea­der di maggior successo della sto­ria politica britannica. Ed eccoli serviti, quasi ipnotizzati dal cari­sma del leader, ex avvocato, che sfodera la sua arringa difensiva e ti­ra fuori qualche clamorosa rivela­zione con la tipica compostezza british .

Giacca blu e cravatta abbinata, l’ex primo ministro ha sintetizzato in pillole la sua strategia: «la be­stia » andava domata perché aver­cela contro avrebbe significato «il suicidio politico». Ma con Rupert Murdoch «nessunaccordoneidie­ci anni a Downing Street». Eppure Blair conferma una serie di com­promettenti circostanze, tra cui il contenuto di una telefonata con l’ex premier Romano Prodi in cui nel 1998 il capo del governo ingle­se tentò di sondare con il presiden­te del Consiglio italiano gli umori politici su una eventuale acquisi­zione di Mediaset da parte di Mur­doch.

«Fu un intervento perfetta­mente giustificato­spiega l’ex pre­mier, che in realtà confessa il segre­to a distanza di 14 anni, lamentan­dosi di come “una conversazione di due minuti finì per occuparci due settimane” - Mi limitai a chie­dere se un proprietario straniero sarebbe stato benvenuto o no. Avrei fatto lo stesso se un altro grup­po fosse stato interessato a un’ac­quisizione ». Ma il gruppo è quello di Rupert Murdoch, la cui figlia del magnate, Grace, è stata battezzata da Blair sulle rive del Giordano («i rapporti si sono stretti dopo la mia uscita da Downing Street»,si giusti­fica).

E l’esito della trattativa su Me­diaset è noto: non andò mai in por­to. Non solo. Con questa rivelazio­ne Blair smentisce quello che ave­va appena sostenuto di fronte alla Commissione - «non ho mai chie­sto nulla a un primo ministro» - e ammette di essere intervenuto in una trattativa economica, esatta­mente come si sospetta abbia fatto David Cameron e il suo governo nella tentata scalata del gruppo Murdoch alla conquista di BSkyB. Ci fu l’intervento per sondare il terreno con Romano Prodi,ci furo­no tre tele­fonate con Murdoch pri­ma della guerra in Irak c’è stato il so­stegno a Rebekah Brooks, l’ex diret­trice di «News of The World», dopo le dimissioni che le furono impo­ste a causa dello scandalo intercet­tazioni e ci fu anche­ era il ’95, vigi­lia della sua prima elezione - un viaggio in Australia «nel tentativo deliberato e strategico» di guada­gnarsi il supporto dei giornali in mano allo «Squalo».

Blair ammet­te di «aver preferito gestire i media invece che fronteggiarli» per evita­re di subire la clava di quegli editori che usano ormai «l’informazione come uno strumento politico» ed evitare la sconfitta politica certa. La bestia andava domata e lui c’è riuscito per dieci anni.

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