Nasce la carta fedeltà E Maroni non ci sta: "Hanno vinto gli ultrà"

L’ex ministro dell’Interno: "Hanno vinto gli ultrà. E chi non la voleva, come la Roma del ministro Cancellieri"

Nasce la carta fedeltà E Maroni non ci sta: "Hanno vinto gli ultrà"

L’idea stava maturando già da tempo nelle stanze dell’Osservatorio del Viminale: mandare in pensione il nome «tessera del tifoso» dopo due anni e mezzo di vita (travagliata, viste le forme di protesta degli ultras e l’imbarazzo dei club, che trovarono l’alibi per nascondere il loro immobilismo in materia) e modificarlo dalla prossima stagione calcistica in «fidelity card». Diversa la filosofia della nuova iniziativa: uno strumento meno di controllo e più carta dei servizi, con maggiore responsabilità delle società chiamate a incentivare il senso di appartenenza dei tifosi, come sottolinea il dg della Federcalcio Valentini.

«L’emergenza è finita», assicurano dati alla mano dall’Osservatorio. Ma l’apertura decisa verso una normalizzazione degli stadi provoca la reazione polemica dell’ex ministro dell’Interno Maroni. Il più convinto fautore della tessera (nata nell’agosto 2009) che, di fronte a manifestazioni di piazza contro quella che era definita una «schedatura», tirò dritto per la sua strada. Tanto che la tessera si è fatta spazio nel mondo ultras, fino a diventare obbligatoria per le trasferte nel gennaio 2010.

«Hanno vinto le tifoserie ultras e violente - così l’esponente leghista -, hanno vinto quelle società di calcio come la Roma, di cui il ministro Cancellieri (il nuovo «inquilino» del Viminale, ndr) è tifosissima, ma è solo una constatazione, che non avevano mai accettato queste regole. Hanno perso i tifosi veri che vanno allo stadio per divertirsi e non per menare le mani. Si vuole abolire la tessera del tifoso che pure, come confermato dal Viminale, ha dato grandi risultati nella lotta contro la violenza negli stadi. Si annunciano meno controlli e più responsabilità dei club. E come pensano di contrastare i violenti?».

Nel mirino le maglie più «allargate» sui due principi più importanti (abbonamenti e trasferte a rischio finora riservati ai «tesserati») della carta voluta da Maroni. L’«evoluzione logica della tessera nello spirito di rafforzamento del rapporto tra tifosi e club di appartenenza, anche se resterà la necessità del possesso» (parole del capo della Polizia Manganelli) dovrebbe portare a una maggiore facilità di acquisto di «carnet» per le partite interne e probabilmente all’iniziativa «porta un amico» (chi ha la card potrà comprare biglietti, anche del settore ospiti, per persone senza tessera).

«Sulla Roma Maroni dice una cosa sbagliata», dice il capogruppo Pdl della Camera Cicchitto che «rintuzza» l’attacco al ministro «tecnico». «Abbiamo sempre rispettato le regole». la reazione del club giallorosso che ha già messo in pista mini-abbonamenti per le ultime partite all’Olimpico.

«Cambiare il nome non muterà la sostanza, resterà uno strumento di polizia», così il segretario dei Radicali Staderini. «È una grande vittoria», sottolinea la Federsupporter, il sindacato dei tifosi che ha vinto con Codacons un ricorso al Consiglio di Stato sull’illegittimità della tessera. Il cammino è tracciato, si attendono sviluppi.

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