
La tentazione centrista come antidoto anti-soglia di sbarramento è sempre dietro l'angolo. Sparita dai radar per alcune settimane, la «Cosa Bianca» rientra nel dibattito politico. C'è «l'Italicum» con cui fare i conti, il nuovo progetto di legge elettorale che impone di superare almeno il 5% per poter entrare in Parlamento, a condizione di essere in una coalizione (soglia che sale all'8% se ci si presenta senza alleati, al 12% per le coalizioni nel loro complesso). Un gioco di incastri in cui le tentazioni di navigazione in solitaria per Nuovo Centrodestra, Udc e Popolari di Mario Mauro rischiano di sfociare nel velleitarismo e trasformarsi in una roulette russa.
Le manovre per non restare schiacciati dentro la tenaglia Renzi-Berlusconi procedono, però, a rilento. Una forte accelerazione si era verificata, per disperazione più che per convinzione, tra venerdì sera e sabato mattina. In quelle ore, quando si stava per concretizzare lo storico faccia a faccia tra i leader Pd e Fi, si è toccato il livello massimo del nervosismo interno. Una vigilia agitata in cui sono partite telefonate incrociate non solo tra alfaniani e centristi ma anche con Fratelli d'Italia e Lega per ipotizzare un centrodestra alternativo, una alleanza di sopravvivenza con cui andare a caccia della «soglia di fatto», figlia di un accordo tra i partiti maggiori.
Questa ipotesi non è però decollata. Quando si è capito che Renzi e Berlusconi non avevano intenzione di promuovere un sistema spagnolo puro che avrebbe lasciato solo le briciole agli altri, questa coalizione alternativa è rimasta solo una opzione di emergenza. Ora, con il quadro della nuova legge elettorale che si va componendo, si torna a ragionare a mente fredda. Nei contatti delle ultime ore Popolari e Udc sono tornati a suggerire ad Angelino Alfano la presentazione di liste comuni alle Europee. Ncd, però, alla sua prima, vera prova elettorale (in Sardegna ha passato la mano) non intende annacquare la propria identità e confondere un elettorato proveniente in larghissima parte dal Pdl. «Bisogna procedere compatti fino al voto di maggio» è il ragionamento fatto dal leader Ncd. «Se superiamo la soglia del 4% potremo trattare per le Politiche da una posizione di forza». Alfano è convinto che la pressione congiunta Berlusconi-Renzi possa essere utile per definire l'identità di Ncd e farlo percepire come qualcosa di diverso dai grandi partiti. Il ministro dell'Interno è anche sicuro di poter affrontare con relativa serenità la prova del 4% («i sondaggi veri ci danno oltre il 6%»). Queste convinzioni, però, dovranno fare i conti con la tenuta nei sondaggi e con il congresso del Ppe di marzo.
Le Europee diventeranno, quindi, il trampolino da cui dimostrare di poter essere qualcosa di più di un cespuglio in una alleanza di centrodestra. Le nostalgie forziste, per ora, sono solo accennate. Certo qualcuno fa notare l'atteggiamento morbido di Maurizio Lupi - che in molti vorrebbero alla segreteria del partito - ma che va anche ricollegato alla sua possibile candidatura a sindaco di Milano. Al contrario gli ex An confluiti in Ncd chiudono a ogni ipotesi di riavvicinamento.
Una possibilità solo teorica perché di tentativi di recupero della diaspora alfaniana dentro Forza Italia non v'è alcuna traccia. Tanto più alla vigilia della presentazione di un progetto di riforma costituzionale che cancellerà in un colpo 315 seggi parlamentari.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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