Nel 2007 il comico appoggiò la lotta al piano rifiuti

Nel 2007 il comico appoggiò la lotta al piano rifiuti

«In Italia non si può fare la rivoluzione perché ci conosciamo tutti». Una citazione cinica spiega molte cose, a volte, così come una foto. Come questa foto che ritrae insieme, uno accanto all'altro, Franco Fiorito e Beppe Grillo. Una foto che da ieri impazza sui social network di internet. «Niente di male», si affrettano a commentare molti. Niente di male, è vero, ma molto di significativo. Ci conosciamo tutti, dunque, lo diceva una firma come Mario Missiroli. E si sono conosciuti anche Franco Fiorito e Beppe Grillo. Il «cattivo» per antonomasia e il moralizzatore massimo.
Il primo è il consigliere regionale del Lazio che tutti hanno imparato in questi giorni a conoscere: il gigante vorace sostanzialmente accusato, con un physique du rôle che più eloquente non si potrebbe - di essersi «mangiato» i fondi pubblici destinati ai gruppi consiliari. Un uomo destinato a lasciare la politica, sotto il peso del «Laziogate», con la consolazione di un bel vitalizio da 4mila euro al mese, come ha scritto ieri Il Giornale. L'altro, nato come comico e riscopertosi politico, è una sorta di «Savonarola» del Duemila, conosciuto come fustigatore dei costumi, dei vizi e delle inefficenze del sistema - anche se il suo movimento comincia esso stesso a dare segni di incertezza, per lo meno sul piano della democrazia interna.
Ma quando si sono incontrati Fiorito e Grillo? La foto è stata recuperata da Gianmario Mariniello, coordinatore nazionale di «Generazione Italia», che a sua volta l'ha scovata in una vecchia pagina web di un giornale locale laziale: Ciociariaoggionline.it, una piccola testata telematica che nel 2007 pubblicò il resoconto di un incontro ospitato nella sala Tevere della Regione. Si parlava di rifiuti, uno dei chiodi fissi di Grillo. La vicenda è una delle tante storie di progetti contestati da cittadini e comitati. Un progetto contro il quale era nata una discreta mobilitazione locale, che arrivò fino a Roma.
Il «factotum» del sito, Edoardo Colavecchi, in quella occasione scrisse di un Grillo «che con toni forti e nello stesso tempo comici ha tuonato contro l'amministrazione regionale e il governo». A dire il vero oggi Colavecchi, che conferma l'autenticità della fotografia, confessa che non ricevette una grande impressione da nessuno dei due: «Uno spavaldo, col sigaro in bocca, è venuto e si è messo in mostra, ma non ha detto né fatto praticamente niente». Ma anche Grillo non ha impressionato il cronista. «Ho mandato delle mail anch'io - ricorda - e non ho ricevuto risposte. I politici - riflette oggi - sono così. Si fanno vedere, vanno dove ci possono essere dei voti, ma poi...». «Comunque all'epoca i due la pensavano allo stesso modo. Almeno sul piano rifiuti della giunta regionale Marrazzo», dice Mariniello.
Rifiuti a parte, è il secondo segno inequivocabile. Il secondo messaggio che da questa vicenda arriva, a stabilire una verità incontrovertibile: questo Paese non si può spaccare come una mela. Fiorito era uno dei tiratori di monetine che si radunò davanti a un hotel romano per una sorta di linciaggio simbolico, di Bettino Craxi, il leader socialista che nel '92-'93 pagò forse per un intero sistema. E oggi arriva un altro segnale: la storia italiana non è facile come qualche moralista militante prova a farci credere. E per quanto i manichei si sforzino di mettere in scena l'edificante rappresentazione di un Bene e di un Male che si combattono dal '45 - anzi da prima - non è storicamente possibile, come nel giorno del giudizio universale, separare (come faranno gli angeli) i buoni e i cattivi.

E non tanto perché ora spunta la foto di un vecchio incontro casuale. Ma perché prova che «buoni e cattivi» si sono incontrati, almeno una volta. Parlati. E magari si sono stati anche simpatici. E per tanti poveri cristi basta molto meno di una foto sfocata, per finire liquidati.

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