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Nel 2022 Italia prima per deficit in Europa: siamo all98%, più del doppio della media Ue

La riforma del Patto di stabilità verso il rinvio: trattative tra Paesi in salita

Nel 2022 Italia prima per deficit in Europa: siamo all98%, più del doppio della media Ue

Pecora nera del deficit in Europa, il secondo gradino del podio per il rapporto tra debito e Pil dopo la Grecia. In vista del ritorno in vigore delle regole di bilancio europee alla fine del 2023, l'Italia non si presenta proprio con il biglietto da visita migliore. Sta di fatto che la riforma del patto di Stabilità, a cui la Commissione sta lavorando da diverso tempo, rischia di slittare. Non si sa, infatti, se la proposta dell'organo Esecutivo continentale arriverà in tempo per la riunione informale dei ministri finanziari in programma venerdì e sabato prossimi a Stoccolma, oppure dopo. Il portavoce ha dichiarato però che occorre aspettare la decisione dei capi di gabinetto della prossima settimana per conoscere l'agenda della riunione dei commissari. Tutti segnali di una trattativa che si preannuncia in salita tra i Paesi europei. Da un lato, infatti, la Germania vuole un target chiaro di riduzione annuale del debito per i Paesi più indebitati come l'Italia (i tedeschi vorrebbero almeno l'1% annuo). Dall'altra, ovviamente, si cerca di avere norme più flessibili, con un occhio di riguardo alla spesa per gli investimenti per non ampliare le differenze tra Paesi dell'Unione. Bruxelles vorrebbe raggiungere il più ampio consenso possibile sulla sua proposta formale, quindi i tempi potrebbero prolungarsi. Anche se è importante raggiungere una sintesi entro la fine dell'anno, data in cui tornerebbero in vigore le vecchie e rigide regole europee, con tutti i limiti che avevano. Tornando però ai conti italiani, ieri l'Eurostat non ha restituito una fotografia molto lusinghiera per il nostro Paese. Nel 2022, infatti, in Italia il rapporto deficit-Pil si è attestato all'8%, facendo registrare il livello annuo più alto in Ue. E non è una consolazione sufficiente constatare che l'anno prima era stato anche più elevato (al 9% del Pil). Nel medesimo lasso di tempo lo stesso rapporto è diminuito per Eurozona e Ue-27, passando rispettivamente dal 5,3% al 3,6%, e dal 4,8% al 3,4%. Insomma, un solco profondo da colmare per Roma, che lo scorso anno ha dovuto tra l'altro affrontare misure di contenimento dei costi energetici molto onerose. I livelli più alti di deficit in rapporto al Pil, dopo l'Italia, sono stati osservati in Ungheria e Romania (6,2%) e a Malta (5,8%). Se siamo stati i più spendaccioni nel 2022, anche sul fronte del debito-Pil non va molto meglio. Il rapporto è infatti calato dal 95,5% al 91,6% nell'Eurozona, mentre nell'Ue a 27 è passato dall'88% all'84 per cento. E l'Italia? Il debito italiano, al 144,4%, resta il secondo più alto d'Europa, dopo la Grecia (171,3%). Un dato che rimane allarmante, anche se lo scorso anno, grazie a una forte crescita del Pil al 3,7%, il rapporto debito-Pil è sceso di oltre cinque punti percentuali (a fine 2021 sfiorava il 150% del Pil). Insomma, il ministro dell'Economia, Giancarlo Giorgetti, ha ereditato una situazione difficile, che poi si è tradotta in una manovra di bilancio 2023 molto prudente (che è stata infatti molto apprezzata dai mercati). La montagna da 2.756.969 milioni di debito non lascerà molto spazio di manovra anche in futuro, soprattutto in contesto con tassi d'interesse al rialzo. Eppure il governo Meloni si sforzerà di trovare risorse sufficienti per attuare il suo programma elettorale senza creare sconquassi nei bilanci.

Già nel 2023, secondo le stime del Def, l'Italia ridurrà nettamente il suo rapporto deficit-Pil al 4,5% e una mano è arrivata dall'accelerazione della crescita all'1%, che ha portato in dote un tesoretto da tre miliardi per tagliare il cuneo fiscale.

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