Niente onori a Firenze. «Non ci sono i numeri, non ci sono le condizioni». Dopo giorni di grave imbarazzo, culminati nel veto della sindaco, Sara Funaro, ieri è arrivato un rinvio, che sa di diniego definitivo.
La città di Giorgia La Pira non concederà la cittadinanza onoraria a Francesca Albanese (foto) la discussa «relatrice Onu» assurta al ruolo di leader del movimento pro Pal e poi rovinosamente caduta in disgrazia con una serie di clamorosi gesti di ostilità diretti anche a sinistra, dalla umiliazione del sindaco di Reggio Emilia, alle insolenze rivolte alla senatrice Liliana Segre fino all'incredibile scivolone dopo il blitz alla Stampa di Torino. Nel corso di un'assemblea pubblica a Roma, infatti, Albanese ha parlato dell'irruzione nel giornale torinese come di «un monito» alla stampa affinché torni «a fare il proprio lavoro», salvo poi sottolineare di avere condannato la violenza, aggiungendo di essere finita sotto attacco per «la colpa» di «aver condannato anche la stampa italiana, occidentale per il pessimo lavoro, il lavoro indegno» - accusa ripetuta lunedì.
Inevitabile che la stella della Albanese tramontasse. Così, al termine di una tesissima seduta della commissione Pace riunita a Palazzo Vecchio per esaminare la proposta di Dmitrij Palagi (Sinistra Pc), la presidente Stefania Collesei, del Pd, ha spiegato che «in questo momento non ci sono le condizioni per la cittadinanza onoraria, non ci sono i numeri in Consiglio comunale». Palagi ha provato a difendere la sua proposta, sostenendo che l'increscioso passo falso di Albanese su Torino «può essere considerato assolutamente infelice» ma non avrebbe niente a che vedere con il so lavoro all'Onu. La sinistra fiorentina tornerà a proporre un qualche riconoscimento alla Albanese, ma la determinazione della sindaca Funaro (peraltro di religione ebraica anche se questo - ha precisato - non ha «assolutamente» influito) è stata decisiva nel fermare «il cerimoniale», tanto che la sinistra non l'ha presa bene: «È stata inopportuna» ha detto irritato Palagi. C'è tensione. «La cittadinanza onoraria va data a chi lancia messaggi che uniscono e non dividono» aveva spiegato la sindaca.
E sulla base dello stesso principio, anche il Comune di Caltagirone potrebbe tornare sui suoi passi, revocando la mozione che è stata approvata a fine settembre per dare alla Albanese non solo la cittadinanza onoraria, ma - addirittura - un sostegno nella sua candidatura al Nobel. Antonio Montemagno, segretario cittadino di Forza Italia e consigliere comunale (e provinciale) è primo firmatario di una mozione che dovrebbe essere discussa come primo punto all'ordine del giorno del Consiglio comunale mercoledì prossimo. E ha pochi dubbi sulla compattezza dell'intero centrodestra, che in Consiglio dovrebbe avere la maggioranza.
«A nostro avviso - dice - quella di Francesca Albanese è una figura divisiva e non ha dato alcun lustro alla nostra città, tesi questa avvalorata anche dalle ultime notizie che la collocano agli estremi del dibattito politico». «La città che ha dato i natali a don Sturzo - aggiunge - non può permettersi di dare questa onorificenza a una figura così divisiva. La nostra richiesta è che il Consiglio torni sui suoi passi». Sipario.