di Corrado Sforza Fogliani*
Si fa presto a dire no all'evasione. Ma il Fisco italiano (statale e locale) è moralmente legittimato a fare prediche in tal senso? «Affinché i contribuenti siano onesti, si fa d'uopo anzitutto sia onesto lo Stato» (Luigi Einaudi, L'imposta patrimoniale, marzo 1946). Vediamo subito, allora, casi di tassazione «non onesta». Innanzitutto, le tasse sulla casa colpiscono persino gli immobili inagibili, non utilizzabili in alcun modo. Colpiscono gli immobili che sono sfitti perché non si trovano commercianti, industriali, artigiani, professionisti, inquilini in genere, disposti ad affittarli. Meno che mai si trova da venderli. Sugli immobili a uso diverso dall'abitativo, nessuna legge esonera dalla tassazione i canoni non percepiti. Per i canoni si pagano le tasse anche sulle spese: fissate per legge nel catasto spagnolo in un 30% forfettario del canone, ma che il governo Monti ha ridotto dal previgente (e già insufficiente) 15% a un ridicolo 5% (in Francia il canone è abbattuto del 30%, in Spagna si deducono le spese effettivamente sostenute, altrettanto nel Regno Unito e in Spagna). In questi giorni, poi, i Comuni stanno alzando, ai fini Imu, le stime delle aree che loro stessi (non propriamente soggetti disinteressati
) hanno dichiarato fabbricabili senza che nessuno - se non in epoca remota - glielo abbia chiesto, e fissano altresì aliquote da capogiro, peraltro ben sapendo che quelle aree, fabbricabili in effetti non sono e che non si trova di questi tempi un costruttore solo che le richieda.
Non parliamo delle prospettive future. Si studia un Catasto nuovo e lo si presuppone basato sui valori dell'Osservatorio immobiliare dell'Agenzia del territorio, valori dai quali essa stessa - nel presentare quei dati sul proprio sito - prende le distanze, scrivendo che non si tratta di vere stime, ma di «valori di larga massima». Non parliamo dei presunti canoni, ricavati dall'Agenzia applicando ignoti coefficienti a valori che abbiamo visto quanto attendibili. Per il resto, l'Agenzia del territorio fisserà le rendite sulla base di funzioni statistiche che essa ha già elaborato (24 ore, 8 novembre 2012), ma che si guarda bene dal rendere note, sottoponendole a un civile confronto. Le rendite che verranno attribuite, poi, non saranno impugnabili nel merito, ma solo per motivi di legittimità, sì che non si potrà far valutare da un giudice terzo la congruità di quello che è, a tutti gli effetti, un vero accertamento tributario. Nel 2013, per concludere, entrerà in vigore la nuova tassa rifiuti, con una maggiorazione destinata a finanziare i «servizi indivisibili», ma corrisposta solo da chi occupa - anche saltuariamente - una casa, senza alcuna correlazione con l'utilizzazione di quei servizi. Per non parlare delle imposte di scopo, che fioccheranno da tutti i Comuni o quasi, correlate all'Imu (di cui costituiranno un'addizionale) e quindi corrisposte dai soli proprietari di casa, anche se destinate a finanziare i servizi più vari a beneficio della collettività. Stesso discorso per il tributo ambientale delle Province (che sopravviverà anche in quelle soppresse) e che è corrisposto solo dai contribuenti della tassa rifiuti, come se questi soli respirassero. E non apriamo il discorso dei contributi obbligatori da corrispondere (anche qui, da parte dei soli proprietari di beni, come se solo loro dovessero essere difesi - si fa per dire - dalle alluvioni) ai Consorzi di bonifica, nati per bonificare le paludi e oggi tenuti in vita solo per dribblare obblighi che, se svolti, dovrebbero comunque gravare sulla fiscalità generale.
*Presidente di Confedilizia
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