In Val di Susa ci vorranno almeno quattro anni per realizzare il tunnel della Maddalena. Anni presumibilmente d'inferno. Perché da ieri alle barricate dei No tav aderiscono idealmente le nuove Br. Dal carcere torinese dove sono rinchiusi, Alfredo Davanzo e Vincenzo Sisi parlano di bivio da superare incitando i compagni No-Tav dalle simpatiche consonanze a «compiere un salto in avanti, politico e organizzativo, assumendone anche le conseguenze o arretrare». Come dire che finora si è scherzato.
Brutt'affare per i No-tav, piuttosto imbarazzante, praticamente una polpetta avvelenata. Si affrettano a respingere al mittente: «Non abbiamo nulla a che spartire con questa gente», fa sapere Alberto Perino, leader storico dei No-Tav. Ma non basta di certo a far stare tranquilli. Il preventivato generale cambio di marcia nelle operazioni di sabotaggio, nella guerriglia è ormai una certezza. Raccoglie la sfida il ministro Alfano, che dopo aver comunque già deciso di inviare in loco altri 200 militari risponde per le rime alle nuove Br: «Delinquenti e bombaroli si rassegnino, lo Stato fa lo Stato, la Tav si farà, punto». E aggiunge: «Un'opera strategica, decisa rispettando le procedure di legge e ascoltando le popolazioni non può essere bloccata da chi, colluso dell'eversione e della violenza, pretende di contrapporsi alla legge e alla democrazia. Ecco perché, dopo aver protetto più efficacemente il cantiere con il decreto dell'8 agosto, oggi rafforziamo i contingenti che proteggeranno l'avvio dei lavori della talpa».
Dunque, da lunedì il contingente a supporto di polizia e carabinieri salirà a 415 unità, gli alpini avranno un rinforzo. Ce ne sarà bisogno perché la preoccupazione è generale. Solo i soliti grillini bollano l'invio di soldati come «grottesco» e prendono l'ennesima imbarazzante toppa. Il responsabile sicurezza del Pd Emanuele Fiano teme, invece, un ritorno di fiamma del terrorismo: «Da anni ripetiamo che i violenti di professione militanti nella frangia più estrema del movimento No-Tav rappresentano un nucleo pericoloso che rischia di ripetere gli schemi già visti nella storia di questo Paese. Anche per questo, lo Stato non deve in alcun modo desistere dall'impegno di realizzare un'opera decisa nei tempi e nei luoghi preposti». Il sindaco di Torino Fassino parla di «Parole deliranti che testimoniano ancora una volta come la Tav sia diventata occasione di organizzazione per gruppi estremistici ed eversivi». Aggiunge il ministro delle Infrastrutture Lupi: «L'entrata in funzione della talpa che scaverà la galleria geognostica in Val di Susa è la risposta concreta ai deliri delle nuove Br. Questo ulteriore appello alla violenza, e sappiamo purtroppo per esperienza che cosa questo voglia dire per le Br vecchie o nuove che siano, è il segno della sconfitta di chi vuol opporsi senza se e senza ma a un'opera decisa democraticamente».
Brigate o meno preoccupa comunque la fitta agenda autunnale dei No-Tav. Gli investigatori temono un'ulteriore escalation nella protesta. Negli ultimi attentati si è registrato un deciso aumento delle capacità offensive di quello che è considerato il «gruppo di fuoco» dei No Tav che organizza i blitz violenti. Rapporti parlano di infiltrazione di gruppi eversivi, che si aggiungono al magma di anarco-insurrezionalisti ed autonomi presente nella valle. Pochi giorni fa sul blog di Beppe Grillo, Alberto Perino, uno dei leader della protesta, aveva previsto un «settembre di fuoco». Già. Dal 27 al 29 settembre a Vaie, in Valsusa, sono in programma gli Stati generali del lavoro organizzati da Etinomia, associazione poco conciliante. Nell'opuscolo si parla di «grandi opere inutili», e di «grande mobilitazione contro i lavori». Inoltre si citano le manifestazioni di massa di ottobre che culmineranno il 19 con una giornata di «sollevazione generale» da siti come www.infoaut.org.
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