"Quelli non capiscono un c…". Il Pd esplode dopo il ko in Basilicata: la rivolta contro i vertici

A un dirigente del Partito Democratico lucano non è andata per niente giù la scelta dei candidati imposta da Roma per le elezioni regionali: all'esito delle urne, nella deludente notte di Potenza, le parole di sfogo contro Schlein & co sono durissime

"Quelli non capiscono un c…". Il Pd esplode dopo il ko in Basilicata: la rivolta contro i vertici
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La notte elettorale della Basilicata - parafrasando un antico adagio - non ha per niente "portato consiglio" al Partito Democratico: anzi. Quando ormai in tarda serata lo spoglio delle Regionali lucani aveva ampiamente consegnato il successo del riconfermato Vito Bardi per il centrodestra, ecco che sono cominciate a essere ufficialmente scagliate le bordate contro i vertici sia locali sia (soprattutto) nazionali del movimento dem. Perché può andare bene perdere - e una volta in più o una in meno per la sinistra non è che faccia così grande differenza - ma tutto c'è un limite e il distacco di quattordici punti tra le due coalizioni in gara non può essere archiviato così in fretta.

La deflagrazione totale degli esponenti Pd esplode a Potenza poco dopo l'una della notte tra lunedì e martedì. Il comitato elettorale di Piero Marrese è stato già stato bellamente svuotato, spento e sigillato da un pezzo, perché è ormai da ore che si conosce il risultato delle urne ed è inutile stare ad attendere una rimonta impossibile nel conteggio delle 682 sezioni complessivo: con il 56% a 42% a favore di Bardi c'è ben poco da stare là a sperare. Tant'è che lo stesso Marrese ha già telefonato a ora di cena al governatore rieletto per riconoscergli la vittoria e fargli i complimenti. E così si assiste a due scene completamente diverse: da una parte c'è il quartier generale di Forza Italia che festeggia e brinda all'Albergo La Primula in presenza dell'ex generale della Guardia di Finanza, acclamato a gran voce da conoscenti e amici tra abbracci e selfie, dall'altra c'è solo "tristezza a palate", per dirla alla Maccio Capatonda.

Tutto lo sconforto generale è rappresentato dalla reazione a dir poco stizzita di un'importante dirigente del Pd lucano, giunto nei pressi della sede della Regione Basilicata per potere seguire da più vicino le fasi conclusive dello spoglio che doveva ancora sentenziare i nominativi dei consiglieri eletti in base alle preferenze prese da loro personalmente e dalle proprie liste. L'uomo è visibilmente adirato in volto. Per qualche minuto riesce a trattenere tutta la sua rabbia mentre controlla sugli schermi di Palazzo Verrastro l'aggiornamento dei dati, poi - sollecitato da un suo collaboratore che gli chiede pleonasticamente come vada - scuote continuamente il capo e si sfoga con una frase che non lascia possibilità a equivoci: "Uno schifo assoluto... ma sai qual è la verità? È che a Roma abbiamo solo dei co...i che non capiscono un ca..o di questo territorio".

Inutile decriptare ulteriormente. L'esponente del Partito Democratico ce l'ha evidentemente con Elly Schlein e con tutti i vertici nazionali (e, per li rami, locali) che hanno mandato all'aria una candidatura che tutti nel potentino consideravano molto forte e competitiva come quella di Angelo Chiorazzo, poi scartato per dare il contentino ai 5 Stelle: "Quelli là ormai non vengono votati più nemmeno dai loro cani", aggiunge stizzito. Una scelta che ha provocato anche la spaccatura con il re delle preferenze, Marcello Pittella. "Guarda qua - prosegue indignato il dirigente Pd -. Togli il 7% di Azione a loro e aggiungilo a noi: Come finisce? Che adesso saremmo stati là appaiati". Un ragionamento aritmetico che ha un suo fondamento, per quanto in politica la somma non faccia quasi mai il totale.

E, se già tutto questo non dovesse bastare, c'è anche il modo per ridere amaramente del flop del candidato Antonello Molinari (considerato storicamente vicino a Roberto Speranza) il quale non è infatti riuscito a essere eletto come consigliere regionale. Infine, una previsione sulla presentazione delle candidature per le Europee che dovranno essere chiuse il 30 aprile: "Stai a vedere mo': nella nostra circoscrizione Decaro piazzerà tutti i suoi e la Basilicata non avrà un solo rappresentante all'Europarlamento. Non dico un eletto, ma manco un candidato".

Una sfuriata che - si prevede - potrà avere delle serie percussioni nel Pd proprio in occasione dell'appuntamento elettorale per Bruxelles e Strasburgo che si terrà tra un mese e mezzo. E non si esclude un fuoco amico contro il Nazareno come segno di vendetta lucana. Per Schlein è cominciato il conto alla rovescia? Staremo a vedere.

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