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"Non pensavo che la Ferragni fosse metalmeccanica". La Meloni zittisce la militante Cigl

Una minoranza del sindacato accoglie il premier protestando fuori dala Palacongressi di Rimini. Ma la Meloni risponde a tono e li mette tutti a tacere

"Non pensavo che la Ferragni fosse metalmeccanica". La Meloni zittisce la militante Cigl

"Pensati sgradita". A margine del congresso nazionale della Cigl la trovata contro Giorgia Meloni è stata rappresentata da una minoranza di militanti con un pallido tentativo di imitazione di una famosa scena dell'ultima edizione del festival di Sanremo, che all'epoca aveva visto come protagonista Chiara Ferragni. Durante la prima serata del contest televisivo, infatti, la moglie di Fedez era stata accolta sul palco dell'Ariston da Amadeus con indosso una stola bianca in cui c'era scritto, per l'appunto: "Pensati libera". Si scoprirà poco dopo che la frase, con la stessa grafia, da tempo si leggeva già sui muri di Bologna a opera del movimento Cicatrici Nere, che da tempo ne aveva fatto una sorta di "logo". Ora, dalla riviera ligure, la parafrasi di quel messaggio è riapparsa fuori dal Palafiera di Rimini da parte di una militante, in segno di contestazione contro il presidente del Consiglio. La leader di Fratelli d'Italia non ha comunque perso l'occasione per ribattere ironicamente a quella protesta avvenuta fuori dall'assemblea sindacale: "Ringrazio anche chi dice 'pensati sgradita'. Uno slogan efficace. Anche se non sapevo che Chiara Ferragni fosse una metalmeccanica".

In pochissimi secondi, quindi, viene completamente messa a tacere la sceneggiata di tale Eliana Como, dirigente della Cgil e portavoce di Radici del sindacato (la minoranza interna), che ha voluto spiegare così i motivi della sua protesta: "Noi siamo quella parte del sindacato che fin da subito ha espresso contrarietà alla partecipazione di Giorgia Meloni al congresso". In realtà i contestatori non sono molti, anche se si fanno sentire cantando "Bella ciao" davanti all'ingresso del Palacongressi. Il concetto di democrazia espresso da questa ala radicale è quantomeno curioso: "L'assemblea è il luogo della nostra discussione. Non è il luogo dove invitare Meloni. La cultura politica di Giorgia Meloni è inconciliabile". Como poi aggiunge: "Oggi parleranno i peluche per noi". Anche perché ci potrebbe essere il forte sospetto che quest'ultimi possano rilevarsi decisamente più credibili rispetto agli stessi contestatori anti-Meloni.

Il segretario Landini, dal palco di Rimini, spinge per una cortese ospitalità dei 986 delegati e catechizza ulteriormente la platea intervenendo prima dell'intervento di Meloni perché non contesti, "proprio perché l'abbiamo invitata noi". Un discorso che non farebbe una piega: "Abbiamo scelto di fare un congresso aperto e di voler parlare con tutti, imparando anche ad ascoltare. L'ascolto è importante per noi e anche per chi ha idee diverse da nostre. Chiedere di ascoltare è chiedere anche di essere ascoltati". Peccato che una trentina di delegati lasciano la sala in protesta, cantando "Bella ciao". In tutto questo Giorgia Meloni non si fa per niente intimidire all’inizio del suo discorso: "Questa presenza ha fatto discutere. Ma sono trenta anni che qualcuno mi fischia; sono Cavaliere al Merito in questo. So che è un contesto difficile, ma non mi spaventa". Una lezione che la premier impartisce a tutti coloro che si erano proposti di "pensare che fosse sgradita".

Evidentemente non avevano fatto i conti con un elemento in particolare: la parola "pensare".

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