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La sinistra vuole i cinghiali in città: è scontro con la maggioranza

Pd, 5S e Verdi chiedono al governo di stralciare la norma cinghiali. Il ministro Lollobrigida all'attacco: "Strumentalizzazioni, non è attività venatoria ma questione di sicurezza"

La sinistra vuole i cinghiali in città: è scontro con la maggioranza

Basta con le scaramucce, le divisioni e gli inutili attriti. La sinistra s'è svegliata dal torpore e finalmente ha trovato una questione sulla quale battersi in modo concorde. Così, tra i progressisti, si è colpo levato un appello univoco, un forte grido di dissenso. Anzi, di più: un grugnito. Nelle ultime ore, infatti, le opposizioni sono intervenute per chiedere al governo lo stalcio della "norma cinghiali", con la quale si punta ad autorizzare l'abbattimento delle suddette bestie che scorrazzano nei centri urbani creando danni e incidenti. Pd, Cinque Stelle e allenza Verdi-Sinistra Italiana hanno alzato gli scudi per tentare di bloccare quel provvedimento dettato da motivi sanitari e di sicurezza.

La norma cinghiali, cos'è

A oggi si stima infatti che siano circa 2,3 milioni i cinghiali che grufolano nelle città e nelle campagne d'Italia. Un numero elevato, che nell'ultimo anno ha fatto registrare la media di un incidente ogni 41 ore, con 13 vittime e 261 feriti gravi. A ciò si è aggiunto l'allarme sanitario sulla possibile diffusione della peste suina. Da qui la norma governativa inserita nelle legge di bilancio per tentare di arginare il fenomeno, a integrazione dei provvedimenti che in passato erano stati adottati a livello regionale. Al termine della discussione generale sulla manovra, però, nell'Aula della Camera rappresentanti del Movimento 5 stelle, di Alleanza Verdi-Sinistra e del Partito democratico sono intervenuti per chiedere alla presidenza di intervenire per espungere dal fascicolo la norma sull'abbattimento dei cinghiali anche nei centri abitati.

Il no della sinistra

Alle opposizioni è però arrivata la replica del vice presidente di turno, Fabio Rampelli, il quale ha osservato che non ricorrono gli estremi per una riunione della Giunta del Regolamento sul punto. La norma, dunque, rimarrà. "Stiamo parlando di una questione grave perché si prevedono abbattimenti selettivi ma senza alcuna distinzione di specie. Si parla in maniera generica di 'fauna selvatica' che comprende anche specie protette...", aveva lamentato Angelo Bonelli, co-portavoce nazionale di Europa Verde. L'esponente politico, in mattinata, era intervenuto anche in tv su La7 affermando: "Parlare di fauna selvatica e non riferirsi ai cinghiali è un favore ai cacciatori".

Il ministro: "Non è attività venatoria"

Idealmente, a quelle parole aveva replicato la senatrice di Fratelli d'Italia Francesca Tubetti. "Nessun favore alle lobby venatorie e delle armi, nessuna aggressione alla biodiversità. L'emendamento in Manovra sul contenimento della fauna selvatica è, piuttosto, un provvedimento in favore della sanità e della sicurezza pubbliche e nell'interesse di agricoltori e allevatori", aveva specificato l'esponente meloniana. Analogamente lo stesso ministro dell'Agricoltura, Francesco Lollobrigida, aveva smentito ai cronisti l'obiezione di chi paventava scenari da far-west urbano per dare la caccia ai cinghiali. "Non è attività venatoria, viene organizzata dalle Regioni insieme alle istituzioni del governo come l'Ispra, l'Istituto per la protezione della fauna selvatica", aveva osservato.

Fdi contro le opposizioni

"Le strumentalizzazioni nascono dall'incapacità di leggere puntualmente una norma molto chiara e auspicata da tutte le Regioni in maniera trasversale da tutto il settore, dal mondo agricolo e da chi ha avuto danni, a volte anche incidenti mortali, derivanti dalla mancata cura del settore e dell'ecosistema", ha poi aggiunto il ministro. E dalla maggioranza anche il capogruppo di Fratelli d'Italia alla Camera, Tommaso Foti, è andato all'attacco di chi voleva bloccare la norma. "La sinistra la smetta di aizzare le piazze come se ora fosse autorizzato sparare per le strade ai cinghiali. È spiegato chiaramente nell'emendamento che nessuno potrà cacciarli autonomamente e che si interverrà con un piano concordato tra i vari ministeri e le regioni. Quello dei cinghiali è un problema serio, un'emergenza reale che i cittadini lamentano da tempo: incidenti stradali, rischio di diffusione della peste suina, ingenti danni agricoli..."

Di quelle questioni, peraltro, dovrebbe avere consapevolezza anche la stessa sinistra, attraverso le amministrazioni locali che hanno avuto a che fare con la problematica e le sue conseguenze sull'incolumità dei cittadini.

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