Il nostro sì all'Imu? Non potevamo far cadere il governo dopo tre settimane

nostro inviato a Trieste

Il clima è cambiato: «Abbiamo fede nella vittoria». Il giorno dopo la «proposta shock» sulla restituzione dell'Imu Silvio Berlusconi sente più vicino l'obiettivo. «Nella mia vita ho centrato tutto ciò che mi ero prefisso», dice a Trieste davanti a oltre un migliaio di imprenditori e candidati regionali del Pdl. E questa è l'ultima battaglia campale «per non consegnare il Paese alla sinistra». La stessa battaglia del 1994, «perché la sinistra non è cambiata: quell'ideologia, la più criminale nella storia, residua nell'animo di chi è stato comunista».
Attaccato con una durezza inusitata, il leader del Pdl ribatte colpo su colpo tra la citazione di una poesia del triestino Umberto Saba (il «Ritratto della mia bambina») e la soddisfazione per la doppietta di Balotelli. La bordata più pesante è per Mario Monti. «Ne dice tante di stupidaggini ogni giorno... I toni stanno diventando sempre più alti, soprattutto da parte di questo signore di cui ho controfirmato la nomina a senatore a vita. Aveva convinto Napolitano, Bersani e anche me che non avrebbe approfittato del suo ruolo di governo per presentarsi come protagonista della campagna elettorale. C'ero cascato anch'io. Angelino Alfano ha chiesto a Napolitano di revocare la nomina di Monti a senatore a vita. Mi associo».
Il governo Monti, dice Berlusconi, è stato «completamente lontano dall'economia reale. L'Imu non è paragonabile ad altre imposte per dissennatezza. La politica del rigore applicata a un Paese in crisi ci ha precipitato in una spirale pericolosa. Non c'è un solo indicatore che può evitare ai tecnici un giudizio enormemente negativo. L'intelligenza dei governanti non si deve appalesare in nuove tasse ma nel ridurre le spese. Se non ne sei capace, non ti devi presentare in politica».
Il Pd non è stato risparmiato. I giornalisti gli ricordano che il Wall Street Journal ha addebitato il crollo di ieri in Borsa allo scandalo Montepaschi e alle promesse elettorali di Berlusconi. «Mi tirano sempre in mezzo - sorride il Cavaliere a denti stretti - La verità è che il caso Mps ha esteso la sfiducia dei mercati a tutto il comparto bancario italiano. E negare i legami tra Pd e Montepaschi è come dire che non c'è commistione tra i pesci e l'acqua. Nelle regioni rosse non ci sono soltanto le banche rosse: ci sono pure le coop e le assicurazioni rosse, che in certe zone hanno anche il 70 per cento del mercato».
Lo spettro del comunismo è ancora vivo in queste zone di confine. Ma nelle parole di Berlusconi si coglie un allarme più forte. Il Cavaliere rievoca il clima infuocato del dopoguerra, gli «strepitosi manifesti» della Dc per cui «nella cabina elettorale Dio ti vede, Stalin no», gli attacchinaggi a 12 anni. «Nel 1994 molti liberali entrarono in politica per evitare che l'Italia fosse consegnata alla peggiore sinistra d'Europa. La situazione non è cambiata. Hanno cambiato nomi e messo qualche faccia benevola dal simpatico accento emiliano. Invece alimentano l'invidia sociale, che è la matrice del comunismo, contro chi lavora e guadagna».
La patrimoniale, le tasse sui risparmi, il mantenimento dell'Imu e l'aumento dell'Iva sono nero su bianco nei programmi di Monti e di Bersani. «Non hanno nessuna intenzione di tagliare le spese dello stato. Il loro slogan - dice Berlusconi tra gli applausi del popolo azzurro - è: spendi e tassa, tassa e spendi. Che Dio ce ne liberi. Hanno fatto fuori Matteo Renzi, l'hanno messo in un angolo e accontentato con un pugno di parlamentari. Ci sono più comunisti nelle liste adesso che nel '94, perché Bersani le ha riempite di persone dell'apparato del partito».
L'ultimo appello ai militanti è di «farsi missionari del voto utile». Bisogna votare i partiti maggiori, «non quelli piccoli i cui leader rincorrono interessi personali». Berlusconi si rivolge direttamente a Oscar Giannino (che declina), «un sicuro liberale con lo sfizio di farsi un partitino che ha l'1,2 per cento. Tutti i 10 punti del suo programma sono previsti anche dal nostro. Gli ho rivolto una preghiera: ritira la tua lista. Sono voti buttati via, che potrebbero causare la sconfitta dei moderati».

Braccia ancora aperte anche all'Udc. In Friuli Venezia Giulia il partito di Casini si presenterà alle regionali con il Pdl. «Apprezzo la collaborazione - ammette Berlusconi - mi piacerebbe fosse estesa a tutta Italia».

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