Il corteo di Genova del 28 novembre organizzato dal Calp e dall'Usb ha generato molto clamore. In piazza, tra gli altri, c'erano anche Francesca Albanese e Greta Thunberg, "convocate" per avere nomi forti da spendere con i media e a livello internazionale. Ma con loro, in qualche parte del corteo, c'era anche Cinzia Pennati, maestra elementare già candidata alla Regione Liguria nel 2020, tesserata Cgil da 28 anni, come ci ha tenuto a specificare nel post, diventato virale, in cui ha fatto il punto sulla manifestazione. "Sempre fiera della mia scuola e della sua partecipazione".
"W la Daneo (scuola primaria di Genova, ndr). W la scuola pubblica, W Genova resistente, W la Palestina libera. W la scuola capace di dissentire da un governo che spende più soldi in armamenti, sovvenziona le scuole private e taglia fondi alle scuole pubbliche. Un governo che mette i bavagli", si legge ancora nel testo. Nel post scriptum, poi, Pennati aggiunge: "Tesserata Cgil da 28 anni, sono un po' stanca di difese tiepide e divisioni. Si scende insieme, si lotta insieme. Grazie Francesca Albanese, Greta Thunberg e Thiago Avila. Per questo venerdì di sciopero ho una trattenuta di 85 euro circa, che pesa sul TFR e sulla pensione. Guai a chi mi parla di scelta di scioperare per stare a casa".
Il post dell'insegnante ha attirato l'attenzione del sottosegretario al ministero dell'Istruzione Rossano Sasso. Tra chi è sceso in piazza, fa notare, "c'è una maestra elementare che ha pubblicamente gioito per aver visto in piazza con sé anche bambini di 7 anni, probabilmente i suoi alunni". Nell'immagine, ha aggiunto Sasso, "si vedono alcuni bambini in maniera nitida (e quindi senza nemmeno oscurare il volto, come prescrive la normativa) bardati di bandiere palestinesi e kefiah, novelli propal infanti che anziché essere in classe erano in piazza insieme a bandiere rosse e simboli islamici. Voglio sperare e anzi, sono quasi certo che (ahimè) insieme ai bambini ci fossero anche i genitori, perché altrimenti saremmo dinanzi a qualcosa di molto grave".
Tuttavia, ha aggiunto, "indottrinare bambini e farli manifestare in piazza non è esattamente l'obiettivo della missione educativa, a meno che non si faccia riferimento a regimi totalitari. In passato avevo chiesto ad un liceo romano di garantire un minimo di pluralismo in un convegno organizzato con alcuni estremisti di sinistra, ma in questo caso parliamo di ragazzi più grandi che posseggono un minimo di strumenti cognitivi per affrontare certe tematiche. Ma con bambini di 7 anni come si fa?". Una domanda aperta e che si ripete di volta in volta quando ci sono queste situazioni.
L'auspicio di Rossano Sasso è che "nessuno abbia detto a quei bambini cosa hanno fatto gli islamici il 7 ottobre del 2023, per non turbare la loro infanzia. Credo nella funzione sociale dei docenti e li difenderò sempre insieme alla loro autonomia scolastica, la stragrande maggioranza di loro svolge con professionalità il proprio lavoro ma quando scopro storie come questa sono estremamente rammaricato e preoccupato".
Ognuno è libero di esercitare il proprio diritto di opinione e la libertà di manifestare, ha proseguito Sasso, ma "se sei una maestra e porti bimbi di 7 anni in piazza qualche perplessità mi viene, ragione per cui depositerò nelle prossime ore una interrogazione parlamentare che faccia chiarezza sulla vicenda". I bambini, ha concluso il sottosegretario, "non devono scioperare, i bambini devono andare a scuola".