Verona - Anche nel vino è tempo di spending review. Che non vuol dire tagliare i consumi, ma spendere meglio. Ovvero avere qualità alta a prezzi accettabili. Per questo abbiamo battuto i corridoi dell'edizione numero 48 del Vinitaly inaugurato ieri alla Fiera di Verona a caccia di dieci etichette a meno di 10 euro e di altrettante a meno di 25 euro, prezzo per il quale si ha tutto il diritto di puntare al meglio. Per ogni decina quattro bianchi, quattro rossi, uno spumante e un vino dolce, e tutti appartenenti a regioni differenti. Ecco il risultato.
Cin cin con meno di un deca. Vermentino di Gallura Docg Elibaria Attilio Contini. Un vermentino in purezza che fa solo acciaio, perfetto per la cucina di pesce. Pulito, netto, elegante, sapido. Terre d'Abruzzo Igt Fonte Cupa Camillo Montori; fresco e persistente questo classico abruzzese dall'inconfondibile aroma di mele e acacia.
Colli Orientali del Friuli Doc Friulano Buiatti. Un tempo si chiamava Tocai, ora non più ma resta un bianco fine e stilizzato, con quel piacevole ritorno ammandorlato nel finale. Erbaluce di Caluso Docg Misobolo Cieck, un bianco piemontese ingiustamente trascurato, in un'interpretazione diremmo primaverile. In bocca sorprendentemente potente. Cirò Rosso Classico Doc Duca di San Felice Librandi: la Calabria del vino sta uscendo dal guscio. Lo dimostra questo vino solare, dal naso balsamico e dalla bocca trionfale. Toscana Igt Non Confunditur Argiano, l'assassino conferma il nome. Questo blend di vitigni internazionale e del toscani sismi Sangiovese è davvero inconfondibile. E ancora.
Irpinia Igt Aglianico Magis Antico Castello. Mora, marasma e pepe nero nel Dna di questo piccolo grande campano. Primitivo Doc Elè Chiaromonte un vino da uve bio, piacevolmente speziato, all'assaggio fresco ed elegante, ottimo compagno per piatti di cucina mediterranea. Prosecco di Valdobbiadene Docg Dirupo Andreola: un'interpretazione particolarmente delicata del vino italiano più amato dagli stranieri negli ultimi anni. Da happy hour. Dolce: Lazio Igt Passito Ludum Carpineti, uscirà prima o poi il Lazio da letargo enologico in cui è caduta decenni fa? Intanto godiamoci questo bianco dolce che sa di albicocca e nocciola tostata.
Ecco invece le dieci etichette top a meno di 25 euro. Dai bianchi: Alto Adige Doc Gewürztraminer Nussbaumer Cantine Tramin. La più celebrata interpretazione del Gewürztraminer italiano, al di là di ogni facile moda. Verdicchio dei Castelli di Jesi Plenio Umani Ronchi. Come dice il nome: pieno. Impossibile essere delusi da questo bianco dalla silhouette seducentemente minerale. Fiano d'Avellino Docg Pietracalda Feudi di San Gregorio: l'azienda che ha fatto da locomotiva alla rinascita del vino campano, una ventina di anni fa, sa ancora fare qualità e lo dimostra con questo bianco da invecchiamento. Poi l'Isonzo Doc Picol Lis Neris; il Sauvignon può essere a volte stucchevolmente vegetale. Non è il caso di questo campione da assaggiare e riassaggiare.
Sicilia Igt Rosso del Soprano Palari un blend di vitigni autoctoni del Messinese, tra i quali il Nerello Cappuccio fa la parte del leone.
Salice Salentino Doc Selvarossa Cantina due palme: la Puglia è un vero scrigno per chi vuole bere bene senza cessione del quinto. Lo dimostra questo vino a prevalenza Negroamaro. Montepulciano d'Abruzzo Doc Mazzamurello Torre dei Beati da anni in tutte le liste dei vini con il migliore rapporto qualità/prezzo, è l'eccelso Montepulciano d'Abruzzo di una azienda ancora giovane. Dolcetto d'Alba Doc Coste&Fossati Vajra. È un Dolcetto ma sembra quasi un Barolo. Austero, rigoroso, dalla schiena dritta. Grande bevuta.
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