A nuoto nella Giudecca per fermare le grandi navi

Di fronte agli «inchini» la battaglia contro le «grandi navi» a Venezia finisce con un tuffo generale. In mare. Ieri, nel giorno della protesta, alcune decine di dimostranti si sono gettati nel canale della Giudecca, lanciandosi in acqua dalla riva delle Zattere e dalla parte opposta per tentare di ostacolare il passaggio dei giganti del mare. Perlopiù navi da crociera. A sorvegliare e soprattutto pronte ai soccorsi, imbarcazioni di polizia, carabinieri e guardia di finanza, quest'ultima con l'appoggio di sommozzatori pronti a intervenire. Per fortuna non ce ne è stato bisogno. «È andato tutto bene - ha detto il portavoce Silvio Testa, anch'egli nel gruppo dei dimostranti-nuotatori -. La seconda nave doveva partire verso le 16 e 40, ed è ancora ferma in Marittima». Nel centro del canale, intanto spiccava un piccolo cerchio fatto di gonfiabili e salvagente, sui quali era issata una bandiera con le insegne del comitato «No grandi navi». Ovviamente la battaglia è anche sul fronte politico. Il comitato chiede al governo l'immediata applicazione per il bacino di San Marco del decreto Clini-Passera che stabilisce il divieto di transito per i colossi oltre le 40mila tonnellate di stazza lorda. «Dal decreto - ha affermato Testa - passato più di un anno senza che il divieto sia stato rispettato. Ci sembra arrivato il momento di cominciare a fare sul serio».
Ancora più duro il il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia: «È un'immonda schifezza- sentenzia. Il problema va risolto, c'è un decreto sul traffico di queste grandi navi che è chiaro e che dobbiamo applicare. Stiamo parlando, si badi, delle navi sopra le 40mila tonnellate.

Siamo assolutamente favorevoli all'uscita delle navi dal Canale della Giudecca e dal Bacino di San Marco ma è fondamentale che si decida e che si decida velocemente. Dobbiamo comunque anche pensare a sostenere il lavoro di circa 5mila persone».

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