Doveva essere il suo fiore all'occhiello. La sua patente di governatore tsunami che, primo in Italia, aveva - parole sue - abolito le Province con un risparmio inizialmente stimato in 100 milioni di euro l'anno e poi via via sceso a 50 milioni. Non c'era intervista, non c'era talk show in cui Rosario Crocetta (nella foto), dimenticasse di vantarsi di questo miracolo da lui compiuto. E invece, in Sicilia, non solo le Province sono vive e vegete, ma sono pure nel caos più totale. Lo scorso 15 febbraio, infatti, come racconta il sito LiveSicilia, è scaduto il mandato dei commissari prorogati in fretta e furia a fine dicembre dopo che il Parlamento siciliano ha bloccato le nomine predisposte dal governatore. Non solo. Il ddl che istituisce i Liberi consorzi al posto delle Province non è stato ancora varato. E il rischio, concreto, è che i siciliani siano chiamati, a maggio, a votare per le Province. L'ennesima flop. L'ennesima bufala del governatore, che nei mesi scorsi si vantava della riforma prima di averla portata a casa. Il ddl sui Liberi consorzi, sul quale è bufera (la Provincia di Caltanissetta protesta perché Crocetta vuol promuovere a consorzio la sua Gela) dovrebbe approdare in Aula oggi, ma ci sono centinaia di emendamenti pronti ad affossarlo. E Crocetta corre ai ripari: per rimediare al vuoto ai vertici, firma di corsa i decreti di nomina di nuovi commissari.
Con buona pace della fu abolizione delle Province. Che ieri sera ha ricevuto un'ulteriore botta: con voto segreto il Parlamento regionale ha infatti cancellato l'istituzione delle Città metropolitane, propedeutica alla riforma delle Province.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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