«Nuove idee? Bisogna tornare alle nostre radici»

«Anche i milanesi apprezzano il mio panettone agricolo». Parola di Pietro Macellaro.
Agricolo?
«Sì, perché io produco i miei dolci, e quindi anche i panettoni, con i prodotti della mia azienda agricola in Cilento (a Piaggine in provincia di Salerno, ndr). Quindi i fichi dop, il limone, il rosmarino, il burro di bufala. Tutti non trattati».
Non tutti ingredienti da panettone classico...
«Noi produciamo il panettone tradizionale, ma anche quello con Aglianico e cioccolato, con limone e rosmarimo, con le melanzane. E quando un prodotto finisce, mettiamo una croce e quel panettone non lo facciamo più».
Melanzane, limone, rosmarino. E i milanesi che dicono?
«Guardi, poco tempo fa ero a Milano per una manifestazione dedicata a questo docle e ho venduto ai milanesi 400 kg di panettoni di questo tipo. Li assaggiano e ne restano entusiasti. Certo, poi c'è chi resta legato al gusto convenzionale. Ma noi siamo un prodotto di nicchia, per gourmet».
Una bella soddisfazione espugnare Milano con il prodotto più milanese che c'è...


«Ma noi, a parità di bravura, abbiamo una marcia in più: il chilometro zero, gli ingredienti autoprodotti, la tecnica di assemblaggio rigorosa, l'equilibrio dei sapori. Metta tutto insieme ed ecco un prodotto che consente la vera riscoperta dei sapori. Perché io sono convinto che per fare evoluzione bisogna tornare alle radici. Andare avanti andando indietro».

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