Nuovi guai giudiziari per il "guru" di Stamina: indagato per truffa

La Procura lo accusa anche di somministrazione di farmaci imperfetti. Il garante della Privacy fa rimuovere il video della bimba malata

Nuovi guai giudiziari per il "guru" di Stamina: indagato per truffa

Roma - Sono saliti a venti gli indagati per il caso Stamina da parte della Procura di Torino. Oltre a Davide Vannoni, presidente di Stamina Foundation, al medico Marino Andolina e ad altri dieci tra sanitari e collaboratori di Stamina, per i quali le ipotesi di reato sono l'associazione a delinquere finalizzata alla somministrazione di farmaci imperfetti e la truffa, ci sono altri otto indagati ai quali sarebbe già stato inviato l'avviso di garanzia. L'inchiesta, aperta nel 2009 e che fino ad ora vedeva indagate 12 persone, si è dunque allargata coinvolgendo alcuni sanitari dipendenti del nosocomio di Brescia e, sembra, anche il dirigente della Regione Lombardia che ha favorito il via libera all'accordo tra Vannoni e la struttura di Brescia e che poi è stato uno dei primi pazienti curati agli Spedali Civili con il metodo Stamina. Mentre lo stesso magistrato, Raffaele Guariniello, titolare dell'inchiesta ne annuncia la prossima chiusura con la richiesta di rinvio a giudizio si definiscono con maggiore chiarezza i tre filoni dell'indagine. Prima di tutto la verifica dei possibili danni arrecati alla salute dei pazienti una volta che sarà stata provata l'inefficacia se non addirittura la pericolosità del preparato, iniettato come «cura compassionevole» oltretutto senza seguire la procedura prevista anche in questi casi eccezionali. Occorre ricordare che la pericolosità delle infusioni del preparato a base di cellule staminali mesenchimali per tutte le istituzioni sanitarie italiane è già ampiamente comprovata visto che il contenuto del Metodo Stamina è stato giudicato a rischio di contaminazioni ed inefficace prima dall'Agenzia nazionale del farmaco, che con un'ordinanza ne vietò la somministrazione nel maggio del 2012 , poi dalla Commissione scientifica chiamata dal ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, a valutarne la validità ai fini dell'avvio di una sperimentazione. C'è poi l'altro filone dell'inchiesta quello «economico» che raccoglie le denunce di chi racconta di aver versato migliaia di euro per ottenere quelle cure miracolose che Vannoni invece sostiene di aver sempre erogato a titolo gratuito. Sarebbero molte le famiglie che nella speranza di vedere anche il minimo miglioramento nel parente ammalato, quasi sempre bimbi piccolissimi in condizioni disperate, si sono rovinate per ottenere le infusioni miracolose. Accuse gravissime dalle quali Vannoni si è sempre difeso e che dovranno essere provate anche attraverso le testimonianze. Infine l'aspetto più complesso dell'indagine ovvero quello che vede una struttura pubblica, l'Ospedale di Brescia, somministrare una terapia dichiarata pericolosa dallo stesso ministero della Salute, attraverso l'Aifa ed in seguito alle ispezioni effettuate dai Nas. Ma i problemi di Vannoni non finisconoi qui. L'ultima persona a denunciarlo è stata la mamma di una bimba gravemente ammalata, Nicole, protagonista di un drammatico video, pubblicato su Youtube proprio da Vannoni. Un video che nelle intenzioni del guru di Stamina avrebbe dovuto dimostrare l'efficacia del suo metodo evidenziando presunti miglioramenti nella piccola mentre Vannoni ne illustra i sintomi e fa una sorta di diagnosi.

Con la pubblicazione del video però Vannoni invece di migliorare la sua posizione si è guadagnato la denuncia della mamma della piccola per esercizio abusivo della professione medica e poi l'intimazione del Garante della privacy a rimuovere immediatamente il video da Youtube perchè la sua diffusione «lede in modo gravissimo la dignità della piccola malata». Il video è stato rimosso poco dopo sia da Youtube sia dalla pagina Facebook della Stamina Foundation.

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