Politica

Nuovo schiaffo al governo: bocciato il decreto enti locali

Bocciati in commissione Affari Costituzionali i presupposti di costituzionalità del dl. Ma il Senato interviene e li "fa salvi". Resta l'ennesima figuraccia del governo

Nuovo schiaffo al governo: bocciato il decreto enti locali

Nuovo schiaffo al governo. Con nove voti a favore e nove voti contrari, la commissione Affari costituzionali del Senato ha bocciato i presupposti di costituzionalità al decreto "Enti locali", l'ex "Salva Roma" che già il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano aveva stoppato lo scorso dicembre. Contro il provvedimento ha votato, compatta, tutta l'opposizione. A stretto giro, però, l’Aula di Palazzo Madama ha deciso di votare contro la Commissione per "far salvi" i presupposti di costituzionalità del decreto.

In commissione Affari costituzionali è stata la Lega Nord a denunciare la reiterazione delle norme all'interno del decreto "Enti locali". Reiterazione che, come ha spiegato il capogruppo del Carroccio Patrizia Bisinella, ha portato alla bocciatura dei presupposti di costituzionalità del provvedimento. "A parte l’eterogeneità clamorosa di un decreto che mette insieme materie diverse accomunate dalla parola proroga - ha spiegato il senatore del Movimento 5 Stelle, Giovanni Endrizzi - si è constatata la reiterazione di norme già presenti in dl decaduti e dunque non più presentabili".

Per contrastare la decisione della commissione Affari costituzionali il Senato ha deciso di dire l’ultima parola sulla costituzionalità del decreto che contiene alcune delle norme del non convertito in legge dl "Salva Roma". Stando regolamento, infatti, in casi come questo, la conferma della bocciatura dei presupposti di costituzionalità deve avvenire anche in Aula. Il Senato ha, quindi, fatto salvi i presupposti di costituzionalità del decreto respingendo con 111 voti a favore e 159 voti contrari il parere
di bocciatura sui presupposti di costituzionalità.

Un voto scontato dal momento che, in commissione, la parità dei voti era stata raggiunta solo per l’assenza di alcuni senatori del Partito democratico e di Scelta Civica che si erano allontanati proprio al momento della votazione.

Commenti